Regali indesiderati? Amazon ve li ricicla

Natale, si sa, è tempo di regali, ma chi non ha mai ricevuto un presente che non ha mai desiderato e davanti al quale è stato davvero difficile simulare gioia e sorpresa? Qualcuno ripone i doni inutili e sgraditi destinandoli all’oblio, altri scelgono la strada del riciclo o del cambio, ammesso e non concesso che […]

albero natale

Natale, si sa, è tempo di regali, ma chi non ha mai ricevuto un presente che non ha mai desiderato e davanti al quale è stato davvero difficile simulare gioia e sorpresa? Qualcuno ripone i doni inutili e sgraditi destinandoli all’oblio, altri scelgono la strada del riciclo o del cambio, ammesso e non concesso che sappiano dove è stato acquistato. Amazon ha brevettato un sistema per risolvere il problema alla radice, scambiando i regali indesiderati ancora prima di averli tra le mani. In pratica l’utente potrà filtrare (il futuro è d’obbligo visto che il sistema non è ancora in funzione) sia il tipo di oggetti da ricevere che le persone che lo inviano.

COME FUNZIONA – Innanzi tutto è necessario che sia il donatore che il destinatario siano registrati su Amazon. A questo punto una persona può impostare le proprie preferenze, indicando che non ama ricevere in regalo, per esempio, cravatte o dopo-barba. Se qualcuno compra uno degli oggetti indesiderati automaticamente scatta la conversione del regalo, che può avvenire attraverso la sostituzione con un prodotto più adatto ai gusti del ricevente o con il semplice rilascio da parte di Amazon di un buono acquisto da spendere in seguito. Inoltre il sistema messo a punto dal gigante delle vendite online consente di respingere i doni che provengono da un mittente precedentemente definito un "pessimo donatore", al quale verrà comunque inviato un messaggio di ringraziamento.

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PRO E CONTRO – Tra gli aspetti positivi dell’iniziativa c’è una sorta di economia del regalo, nel senso che il denaro speso per l’acquisto di un dono non viene sprecato per qualcosa che non interessa o non piace a chi lo riceverà. Ma l’aspetto economico riguarda da vicino anche Amazon, ogni anno alle prese con spese ingenti legate all’invio e alla restituzione di beni non voluti o non adatti. Ciò che convince meno, invece, è il rischio di snaturare il significato del dono, vale a dire concedere ad altri di comperare qualcosa per noi, e ridurlo a una mera transazione nella quale non contano gli intenti ma soltanto il risultato finale.

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