Quante vite buttate

IL LIBRO verde, appena pubblicato dalla Commissione europea con il titolo “Verso una nuova cultura della mobilita’ urbana”, contiene alcune cifre che fanno molto riflettere. Una su tutte: le persone morte sulle strade europee sono quasi 42.000. Una strage. In gran parte consumata in citta’, dove pure la sicurezza dovrebbe essere maggiore, e dove invece […]

IL LIBRO verde, appena pubblicato dalla Commissione europea con il titolo “Verso una nuova cultura della mobilita’ urbana”, contiene alcune cifre che fanno molto riflettere. Una su tutte: le persone morte sulle strade europee sono quasi 42.000. Una strage. In gran parte consumata in citta’, dove pure la sicurezza dovrebbe essere maggiore, e dove invece il rischio di restare uccisi in un incidente stradale e’ ben sei volte superiore per ciclisti e pedoni, rispetto agli automobilisti. Tante vite sprecate, innanzitutto donne, bambini e anziani, e un senso generale di insicurezza che spinge intere categorie di viaggiatori a rinunciare ai mezzi pubblici, anche perche’ non sempre funzionano bene, e incentiva l’uso dell’auto privata. Con un doppio effetto negativo, denunciato nel libro verde: da un lato il peggioramento del traffico nelle aree urbane, dall’altro l’aumento esplosivo delle emissioni di CO2, che alterano il clima e le condizioni ambientali delle nostre citta’. Non e’ facile spezzare questa catena dell’assurdo. La Commissione europea ricorda l’obiettivo di dimezzare le morti sulle strade, entro il 2010, ma e’ chiaro che il traguardo al momento sembra irraggiungibile. E, tanto per produrre ancora carte e appelli, i nostri tecnocrati di Bruxelles annunciano la presentazione di un piano d’azione concreto, entro la fine dell’anno, per ridimensionare la strage. In attesa, pero’, dei suggerimenti europei, i nostri amministratori locali potrebbero fare qualcosa di molto urgente per mettere in sicurezza almeno le strade urbane. Primo: migliorare l’assetto e la qualita’ dei percorsi (avete presente le buche che ogni giorno dobbiamo scansare a Roma?). Secondo: garantire, in termini di sicurezza, i percorsi pedonali e ciclabili, e sensibilizzare l’opinione pubblica, anche con campagne mirate nelle scuole, per il loro uso. Terzo: una campagna a tappeto, per ridurre il numero di persone che guidano in stato di ebbrezza: nel 2008, quasi il 10 per cento degli automobilisti italiani fermati, sono risultati positivi al test dell’alcol. Quarto: aumentare l’offerta di trasporti pubblici, sempre molto carente. In attesa delle citta’ “sostenibili”, cosi’ come le disegna la Commissione nel suo libro verde, potremmo avere delle citta’ piu’ “sicure”, laddove la sicurezza non e’ solo un problema di ordine pubblico e di microcriminalita’. Citta’ dove non stiamo piu’ a contare ogni giorno decine di vite di vite sprecate.

Torna in alto