di MONICA RUBINO
IL PC non va più. Buio e muto di colpo, non dà segni di vita. Se non siamo ferrati in tecnologia, capire cosa non va tra processori, ram, hard disk e schede video può diventare un’impresa titanica. Non resta che farlo riparare da un esperto. E sperare che ci vada bene. Perché quando si affida il computer ai centri di assistenza è esattamente come portare l’auto dal meccanico: il dubbio che ci facciano pagare più del dovuto ci perseguiterà per sempre, assieme all’amara certezza che non sapremo mai la verità.
Ma il dubbio è legittimo o è solo un luogo comune? Per scoprirlo Altroconsumo ha condotto un’inchiesta su venti centri di assistenza a Roma e Milano, dieci per città: con l’aiuto di una telecamera nascosta (GUARDA IL VIDEO 1), i volontari dell’associazione indipendente dei consumatori si sono messi nei panni di comuni utenti alle prese con un problema al pc. Il risultato? Per fortuna la fregatura non è la prassi, ma quando accade il salasso è assicurato. E, in alcuni casi, le spiegazioni dei negozianti per giustificare gli alti costi delle riparazioni sono tra le più fantasiose.
L’indagine. Il "sabotaggio" simulato da Altroconsumo è stato quello di sganciare la memoria ram dal suo alloggio in notebook di diverse marche. Un’eventualità che può capitare, ad esempio, a seguito di
un colpo e causare un blocco totale del sistema, con lo schermo che rimane nero nonostante l’avvio del pc, senza fornire particolari indicazioni sulla natura del problema. A un occhio esperto il danno è però facilmente individuabile e riparabile in pochi minuti (basta rimettere la ram nel suo slot) e non serve nessuna sostituzione o intervento sul software installato. Costo preventivato della riparazione, compreso il tempo impiegato (10-15 minuti)? Non più di 15 euro.
Meglio Roma. Ma i "simulatori" di Altroconsumo hanno pagato davvero così poco? In un negozio a Milano e in ben sei della capitale sì. Al centro assistenza Asinfo di Roma addirittura non hanno fatto pagare nulla: il negoziante ha ammesso che l’intervento era stato davvero minimo e non era il caso di pretendere alcunché. "In generale – spiega l’associazione – a Roma il prezzo medio degli interventi è stato nettamente inferiore a quello milanese. Altri cinque centri romani (GUARDA LA TABELLA 2) hanno effettuato la riparazione chiedendo cifre risibili, tutte al di sotto dei previsti 15 euro e con tempi di consegna più che accettabili. Eccetto l’IT Point di via Vassallo che ci ha messo 11 giorni, ma ci ha fatto pagare solo 6 euro, gli altri non ci hanno messo più di due giorni lavorativi. L’unico giudizio pessimo della capitale se lo conquista il PC Save di via Mantegazza, che ci ha messo 17 giorni e ci ha fatto pagare un totale di ben 396 euro: un salasso davvero immotivato e giustificato con una finta ‘fusione’ della scheda madre e conseguente sostituzione".
Milano più cara. Solo un negozio su dieci visitati, l’Iper Pc del Centro Fiordaliso di Rozzano, ha fatto pagare ad Altroconsumo meno dei 15 euro messi in preventivo. Altri tre centri assistenza limitano i costi attorno ai 20 euro, mentre due chiedono 30 euro, restituendo però il computer in tempi contenuti. "Il caso più preoccupante nel capoluogo lombardo – spiega ancora l’associazione dei consumatori- è quello riscontrato al PC Buster di Viale Certosa. Questo centro ha attribuito il guasto alla scheda madre e afferma di avercela sostituita, per una spesa di 340 euro e 26 giorni di attesa. Non sappiamo con certezza se ciò sia avvenuto ma alcuni indizi, come la non recente data di rilascio del firmware della scheda stessa, ci portano a pensare che il pezzo si ancora quello originale e che il centro si sia limitato solo a reinserire correttamente la ram".