Primo sì alla Camera per tagliare le province con meno di 200mila abitanti

Piccole province addio, ritornano d’attualita’ le misure inizialmente previste nella manovra. Arriva infatti il taglio delle mini-province sotto i 200 mila abitanti. La commissione Affari Costituzionali della Camera ha infatti approvato un emendamento del relatore al ddl sulla Carta delle Autonomie, Donato Bruno, che prevede che la popolazione delle province non possa essere in ogni […]

Piccole province addio, ritornano d’attualita’ le misure inizialmente previste nella manovra. Arriva infatti il taglio delle mini-province sotto i 200 mila abitanti. La commissione Affari Costituzionali della Camera ha infatti approvato un emendamento del relatore al ddl sulla Carta delle Autonomie, Donato Bruno, che prevede che la popolazione delle province non possa essere in ogni caso inferiore ai 200 mila abitanti. L’emendamento e’ passato con i voti di Lega e Pdl mentre le opposizioni hanno votato contro.

PROVINCE MONTANE – Il taglio viene attenuato per le province il cui territorio sia per oltre il 50% montano: sopravvivranno quelle sopra i 150mila abitanti. L’emendamento sulle Province era l’unico rimasto da votare. Ora si attendono i pareri delle commissioni competenti sull’intero articolato, che molto probabilmente mercoledi’ avra’ l’ok con il mandato al relatore a riferire in assemblea.
I criteri ai quali il governo si deve attenere, come si legge nel testo, partono dalla previsione della soppressione di province in base all’entita’ della popolazione di riferimento, all’estensione del territorio di ciascuna provincia e al rapporto tra la popolazione e l’estensione del territorio e tenendo conto della peculiarita’ dei territori montani per cui il territorio di ciascuna provincia abbia un’estensione e comprenda una popolazione tale da consentire l’ottimale esercizio delle funzioni previste per il livello di governo di area vasta e tale da realizzare le maggiori economie di scala e dunque una popolazione di riferimento che non possa in ogni caso essere inferiore ai 200.000 abitanti, secondo i dati dell’Istituto nazionale di statistica relativi all’anno 2009. E ancora attribuzione a una o piu’ province contigue nell’ambito della stessa regione delle funzioni e delle corrispondenti risorse umane e strumentali della provincia da sopprimere; individuazione di una disciplina transitoria che assicuri la continuita’ dell’azione amministrativa e dei servizi ai cittadini.

LE PROVINCE ABROGABILI – Ma quali sono le province a statuto ordinario che rientrerebbero nel tetto previsto? In tutto le province a rischio sono 7. Secondo i dati Istat relativi all’anno 2009 sparirebbero sicuramente in quattro: Vercelli (180.111 abitanti) in Piemonte ,Isernia (88.895 abitanti) in Molise, Fermo (176.488 ab) nelle Marche e Vibo Valentia (167.334 abitanti) in Calabria. Altre tre province sono ancora in forse perche’ pur avendo meno di 200 mila abitanti potrebbero non rientrare in quanto al 50% con territorio montano; si tratta della provincia di Biella e Verbano-Cusio-Ossola in Piemonte, e di Crotone in Calabria. E c’e’ chi perfino paventa che fissare un limite minimo di abitanti cosi’ basso sia il preludio alla creazione di nuove province in futuro.

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