Per l’Europa non c’e’ sviluppo senza crescita verde

I giorni dello sfruttamento massiccio e incontrollato delle risorse naturali “sono finiti”, nessun paese può pensare di replicare la crescita intensiva registrata nel XX secolo. I prezzi delle materie prime e delle risorse hanno iniziato ad aumentare all’inizio di questo secolo e continueranno a crescere. È necessario puntare quindi sulla green economy, fondamentale per “una […]

I giorni dello sfruttamento massiccio e incontrollato delle risorse naturali “sono finiti”, nessun paese può pensare di replicare la crescita intensiva registrata nel XX secolo. I prezzi delle materie prime e delle risorse hanno iniziato ad aumentare all’inizio di questo secolo e continueranno a crescere. È necessario puntare quindi sulla green economy, fondamentale per “una crescita sostenibile”, per “l’equità sociale” e per lo “sradicamento della povertà”. Non ci saranno posti di lavoro senza crescita. Ma non ci sarà crescita senza uno sviluppo “verde”. E quest’ultimo sarà possibile “solo se ci prenderemo cura delle nostre risorse”.

Questo l’avvertimento del Commissario europeo all’Ambiente, Janez Potocnik, intervenuto oggi ad un convengo a Rio de Janeiro. In particolare, spiega, la crescita economica delle nazioni più povere dipenderà dal modo in cui verranno gestite le loro foreste, la loro acqua, lo sfruttamento del suolo e le loro biodiversità.

Ma vantaggi economici ci saranno anche per le imprese. L’aumento della produttività delle risorse, la riduzione degli sprechi e del consumo di energia, sottolinea Potocnik, si tradurrebbe “in una contrazione dei costi e in una maggiore competitività” delle aziende. “Quindi – spiega – non lasciatevi ingannare pensando che la green economy abbia a che fare solo con il verde: in primo luogo riguarda l’economia. Entro il 2050 divideremo il nostro piccolo pianeta con altri 9 miliardi di persone e si prevede che ci saranno 3 miliardi di consumatori in più entro il 2030”.

Numeri, ha spiegato il responsabile Ambiente di Bruxelles, “che metteranno a dura prova molte risorse”. Secondo le stime, infatti, “avremo bisogno di tre volte più di risorse e la domanda di cibo, mangimi e fibre aumenterà del 70%. Eppure già oggi il 60% degli ecosistemi che sostiene queste risorse è degradato”. Nonostante tutto, Potocnik si dice ottimista e ricorda i risultati raggiunti nei negoziati sulla biodiversità (a Nagoya) e sui cambiamenti climatici (a Durban): “Se uniamo le forze possiamo rendere il mondo un posto migliore”. E citando il Mahatma Ghandi, ha concluso: “C’è abbastanza nel mondo per la necessità di tutti, ma non per l’avidità di tutti”.

Ecoseven

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