“Pedalo dunque sono”, le star tirano la volata

Potrebbe essere una nuova serie, e invece «Cycle in The City» è il passaparola tra blogger eco-friendly, praticanti del downshifting causa recessione e trendsetter che hanno fiutato il vento di primavera. «Dal 21 marzo, tutti in bici!», e l’invito si propaga sul web, via Twitter e Facebook, complice l’aumento del prezzo della benzina, ai massimi […]

Potrebbe essere una nuova serie, e invece «Cycle in The City» è il passaparola tra blogger eco-friendly, praticanti del downshifting causa recessione e trendsetter che hanno fiutato il vento di primavera. «Dal 21 marzo, tutti in bici!», e l’invito si propaga sul web, via Twitter e Facebook, complice l’aumento del prezzo della benzina, ai massimi storici. Le bici tradizionali, elettriche, da corsa, con pedalata assistita o addirittura pieghevoli, sono un ormai must, espressione di quel minimalismo metropolitano che è il contrario del Suv. Il Comune di Ferrara ha un Cycle Manager (Gianni Stefanati), quello di Firenze un consigliere delegato alla Ciclabilità (Giampiero Gallo) e gli altri prima o poi si attrezzeranno. Il bike sharing, dove c’è (come a Milano, Torino, Roma) è aumentato del 12 per cento, e dove non c’è lo reclamano. Il marketing si dà da fare: «Che Banca!» regala una bici a chi apre un conto. Le celebs aiutano chi è in cerca di ispirazione.

Olivia Palermo si fa notare perché gira in città con la mountain bike, osando un tacco 12 (sconsigliato) e una Birkin al posto del cestello. La bionda top model Agyness Deyn è inseparabile dalla sua bici nera, mentre Katy Perry l’ha scelta di un bel turchese e ci va su come capita, in tuta da biker, con il casco o con le infradito (sconsigliato anche questo).

Jennifer Aniston se ne è fatta regalare una da Courtney Cox (recitano insieme in «Cougar Town») e Olivia Wilde, star politicamente corretta della serie «Dottor House», la alterna all’auto ibrida. Zooey Deschanel non disdegna il frivolo abbinamento con le scarpe: bici rossa, decollétée rosse. E la moda scommette sulla ciclista. «Future is by bike», oltre ad avere l’aria di un manifesto, è il nome della collezione moda 2011 di Clorinda Covino, fondatrice del marchio IT: venti pezzi, tra parka, gilet e caban in nappa tinta o in montone baby lamb «chicco di riso» che si alternano con gli scamosciati satinati e lane infeltrite. Se poi vedete una biker molto fashion, giacchettina di nappa con inserti di pitone, quasi sicuramente ha girato lo stipendio a Philipp Plein, stilista di culto. Volendo, ci sono bici per sfrenate modaiole: la matelassè di Chanel, la special edition di Gucci, l’inarrivabile creazione di Agata Ruiz de la Prada, con le ruote-fiori, quella arricchita con borse e sacche da Fendi e la rossa Fashion Milano dell’italianissima Cicli Montante.

Accessoriati «q.b.» (quanto basta) si parte: per un viaggio Marsala-Torino (dal 26 aprile) sempre festeggiando i nostri primi 150 anni, per la Giornata di Primavera del Fai (26-27 marzo) per il Giretto d’Italia (aprile-maggio). O per andare a lavorare sperimentando l«intermodalità», cioè la combinazione tra due diversi tipi di trasporto. In questo caso è meglio averne una pieghevole (la più famosa è la Brompton), altrimenti va smontata e trasformata in un bagaglio (sul sito Fiab, Federazione Italiana Amici della Bicicletta, alla pagina «treno+bici», oltre a regole e istruzioni, i consigli per costruirsi una sacca): come valigia, viaggia gratis. E, sappiatelo, Bromptoniani, Dahoniani e Grazielliani non sono popolazioni galattiche, ma tribù di ciclisti che discutono di «intermodalità».

Ognuno ha poi i suoi riti. C’è Valentina Sanfelice di Bagnoli, napoletana, presidente nazionale dei giovani imprenditori della Confai, che pedala allegramente anche per 60 chilometri, c’è Federica Fontana, ex co-conduttrice di «Guida al Campionato» che fa shopping in bici, perciò ha bisogno di un cestello non proprio decorativo, c’è il milanese Claudio Bisio che porta i figli, Alice e Federico, ai giardini di Porta Venezia, al parco Lambro o al parco Forlanini e sogna un lunghissima pista ciclabile.

C’è Susanna Tamaro che vive in campagna, a Orvieto, e raccoglie le biciclette abbandonate, le fa aggiustare e le conserva in garage «dove le vado spesso a trovare, accarezzandole con le mani e con lo sguardo. Naturalmente le uso anche, un giorno l’una un giorno l’altra, per non farle ingelosire». E c’è Milly Moratti: nel 2006, candidata a sindaco di Milano, aveva proposto, da brava ciclista, di sostituire le auto blu di assessori e dirigenti con bici blu. L’idea sembrò stramba. Oggi, giurano, sarebbe trendissima.

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