GIAMPAOLO VISETTI
PECHINO. Gli yuan per acquistare l´auto non sono più un problema. Procurarsi una targa sì. Registrata la macchina, non è detto che si ottenga il permesso di circolare. E chi possiede la licenza non ha la certezza di riuscire a spostare il veicolo, imbottigliato tra milioni di altri, o di trovare infine un parcheggio. Pechino è paralizzata dagli ingorghi e l´incubo traffico, assieme all´emergenza smog, fa esplodere quello che i cinesi hanno scelto ieri come «problema dell´anno» per il 2011. Rabbia popolare e costi pubblici sono tali che il governo corre ai ripari con un piano-choc, teso a evitare la paralisi totale della capitale. Tra le misure più forti, il blocco delle vendite di auto, il numero chiuso per le targhe, una tassa sui veicoli, lo stop alla circolazione in ore e giorni di punta e la multa per chi «partecipa agli ingorghi». Soluzioni-tampone, che possono al massimo ritardare il blocco definitivo delle strade. In vista ci sono così mega-progetti di aumento del trasporto pubblico, una rivoluzione urbanistica e della viabilità, la costruzione di decine di città-satellite e di centinaia di tunnel e parcheggi sotterranei. In attesa del mitico «piano quinquennale», le autorità municipali si affidano però alla fortuna. Per gennaio hanno messo in palio 20 mila nuove targhe, allestendo la prima e più colossale lotteria dei permessi di guida della storia.
L´estrazione del primo lotto di licenze è fissata per martedì 25, ma nel primo giorno di vendita dei ticket-online il sito del Comune è stato preso d´assalto da oltre 53 mila proprietari di un´auto nuova, scatenati nella caccia. Dopo dieci minuti gli iscritti alla lotteria delle targhe erano 7 mila ed entro domani, ultimo giorno per aspirare ad una licenza, si sfonderà quota 200 mila. La «guerra dell´auto» che infiamma Pechino non è dovuta solo alla prossima fine degli incentivi statali per le quattro ruote.
Anche la capitale seguirà Shanghai e Hong Kong, aumentando il costo delle targhe e limitandone la vendita ai residenti: una targa a Pechino costa oggi l´equivalente di 50 euro, rispetto ai circa 6 mila delle metropoli-simbolo dell´economia. Urbanisti e architetti della viabilità sono però pessimisti. La Cina nel 2010 è diventata il primo mercato auto del mondo, con oltre 20 milioni di nuovi veicoli venduti e un incremento del 40% annuo. A Pechino nel 2000 circolavano 1 milione di vetture, nel 2005 2,6 milioni e nel 2010 4,8 milioni. Si immatricolano 2500 auto al giorno e se il trend non cambia, con oltre 800 mila nuovi veicoli all´anno, nel 2015 il parco macchine della capitale sfonderà quota 9 milioni, pendolari esclusi. Il problema è che la rete viaria, già moltiplicata per le Olimpiadi del 2008, può sopportare 6,7 milioni di vetture. A fine anno il problema è esploso in tutta la sua drammaticità: un pomeriggio l´ufficio traffico del Comune ha segnalato 186 blocchi contemporanei, per un totale di 450 chilometri di vetture in coda nell´area metropolitana e migliaia di automobilisti rientrati a casa dopo quattro giorni. «La mobilità impossibile – dice Liang Qinghuai, docente di pianificazione urbana all´università Jiaotong di Pechino – è sull´orlo della rivolta sociale. Una soluzione strutturale richiede anni e investimenti colossali. L´emergenza va risolta bloccando il numero delle auto sulle strade». Lo stop alle vendite e il tetto alle targhe, spettro dei cinesi che solo negli ultimi dieci anni hanno scoperto l´ebbrezza della guida, fa però infuriare i costruttori e mette a rischio migliaia di posti di lavoro. Ma si rivela soprattutto inutile. Da settimane il mercato nero delle immatricolazioni è esploso e la corruzione sta facendo saltare anche la lotteria. Una targa può costare più dell´auto, le amministrazioni locali, nelle regioni confinanti con la capitale, sono travolte dalle domande di registrazione e annunciano il divieto d´acquisto di una vettura per i «non nativi». L´ultima spiaggia di Pechino è così la multa per chi ingorga. Chi ignorerà i semafori che chiudono le strade già bloccate dal traffico, contribuendo a rendere inestricabili i grovigli, sarà condannato per «complicità all´arresto della circolazione». Le autorità promettono poi un «ritorno al passato»: 100 mila biciclette, noleggiate gratis, all´uscita del metro. Non sarà la Cina che reinventa il futuro investendo in conoscenza e tecnologia: ma almeno si respira e, di notte, ci si muove.
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