Comincia la Settimana Unesco di Educazione allo Sviluppo Sostenibile, quest’anno dedicata al tema “A come Acqua”, con oltre 500 iniziative in tutta Italia per ricordare la fonte più importante di vita e di benessere del pianeta.
Numerosissime sono le istituzioni, associazioni, scuole, università, parchi, imprese, agenzie ambientali che dal 7 al 13 novembre scenderanno in campo sotto l’egida e il coordinamento della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco a testimonianza di un impegno civico e culturale che guarda al rispetto per i beni comuni e per le generazioni future con spirito positivo, responsabilità e condivisione, aldilà di qualsiasi momento di crisi e sfiducia.
Mostre, convegni, escursioni, laboratori, giochi, concorsi, spettacoli; un programma fitto e articolato animerà le piazze italiane per diffondere una vera e propria “cultura dell’acqua”, intesa non solo dal punto di vista ecologico, ma anche per il suo nesso con le conoscenze tradizionali e la diversità culturale, testimone dell’evoluzione della comunità umana, strumento per la lotta alla povertà e per la promozione della pace.
Lo scorso anno l’Assemblea delle Nazioni Unite ha riconosciuto che l’accesso a fonti pulite di acqua è un diritto umano fondamentale. Eppure, un miliardo di persone oggi non ha accesso all’acqua potabile e sono 2,6 miliardi le persone prive di servizi igienici essenziali; la mancanza di acqua pulita è il secondo fattore di mortalità infantile la mondo, con 1,5 milioni di bambini sotto ai 5 anni che restano vittime dell’acqua.
«Sono dati allarmanti che hanno un forte impatto emotivo sull’opinione pubblica, ma all’accresciuta sensibilità ancora non si accompagna un cambiamento degli stili di vita e dei modelli produttivi. – ricorda il Professor Giovanni Puglisi, Presidente della Commissione Italiana Unesco – L’acqua continua a essere sprecata, se si pensa che nei paesi ricchi si usa quotidianamente una quantità di acqua che è dalle 30 alle 50 volte maggiore di quella necessaria, o gestita in modo inefficiente e inefficace. In Italia, per esempio, le catastrofi naturali legate al dissesto idrogeologico sono all’ordine del giorno, i fiumi sono sempre più inquinati, oltre il 30% dell’acqua immessa nella rete idrica si disperde a causa delle tubature difettose e il nostro Paese detiene il primato europeo per inadempienza alle direttive comunitarie sulle acque reflue. Le politiche ambientali a sostegno della qualità della vita sono divenute ormai sempre più distratte se non addirittura inesistenti».
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