Palazzo Vecchio, il museo raddoppia: trasferiti gli uffici

E’ l’altra faccia del Palazzo, quella meno visibile della burocrazia, degli uffici, degli archivi. Stanze «segrete»precluse alle visite turistiche e dedicate alla macchina dell’amministrazione comunale. Adesso però le cose stanno per cambiare a Palazzo Vecchio, capolavoro trecentesco diventato simbolo della Signoria, successivamente del Granducato e persino sede del parlamento italiano quando Firenze fu capitale d’Italia […]

E’ l’altra faccia del Palazzo, quella meno visibile della burocrazia, degli uffici, degli archivi. Stanze «segrete»precluse alle visite turistiche e dedicate alla macchina dell’amministrazione comunale. Adesso però le cose stanno per cambiare a Palazzo Vecchio, capolavoro trecentesco diventato simbolo della Signoria, successivamente del Granducato e persino sede del parlamento italiano quando Firenze fu capitale d’Italia in attesa della breccia di Porta Pia. Il grande monumento di Piazza della Signoria raddoppia l’area museale, gli uffici saranno trasferiti in un’altra e più idonea sede e le sale dove lavorarono o soggiornarono tra gli altri Vasari, Bronzino, Ghirlandaio, e una volta conservavano capolavori di Botticelli, Donatello, Filippo Lippi, restituite alle visite. Nell’antico Palagio Novo resteranno gli uffici del sindaco e la sede del consiglio comunale che si riunisce ne Salone dei Duecento. E tutto si trasformerà in una sorta di «Grande Palazzo Vecchio» che correrà parallelo e senza intoppi al lunghissimo e periglioso progetto dei «Grandi Uffizi».

L’operazione, che costerà poco più di un milione di euro e sarà finanziata da sponsor privati, sarà divisa in due fasi. Nella prima attualmente in corso e che si concluderà entro la fine dell’anno saranno liberati quasi 1.200 metri quadrati di sale e saloni (l’attuale spazio visitabile è oggi di 3400 metri quadrati). Tra i locali recuperati una parte del seminterrato e la Sala d’Arme. La sala diventerà in seguito l’ingresso principale per le visite e luogo di accoglienza. Il progetto più ambizioso partirà il prossimo anno e riguarderà tutto il terzo piano per complessivi 1650 metri quadrati e alcune stanze del primo. Anche in questo caso saranno decine le antiche stanze e i corridoi da visitare e ci saranno molte sorprese. «Il terzo piano ha ambienti molto belli e ampi, adatti alle esposizione – dice Giuliano da Empoli -. Nel primo piano stiamo valutando di recuperare a museo alcune sale del quartiere di Leone X. Tra queste la Sala di Cosimo il Vecchio, la Sala di Lorenzo e forse anche la Sala di Cosimo I oggi uffici del sindaco. Ambienti straordinari affrescati da Vasari e i suoi allievi». Resterà invece sede del sindaco la bellissima sala di Clemente VII, sempre al primo piano.

Poi ci sono le scoperte. L’ultima in ordine cronologico è avvenuta nelle viscere del palazzo. Dai sotterranei è affiorato un grande teatro romano da 15 mila posti. Un evento eccezionale che consentirà di trasferire a Palazzo Vecchio il Museo della città (che conserva la storia di Firenze), attualmente ospitato alle Oblate, sede della biblioteca che sarà anch’essa ampliata. La campagna di scavo si è svolta tra il 2004 e il 2010 e adesso gli scavi sono visitabili. Ma c’è un’altra possibile scoperta che vede Palazzo Vecchio protagonista, la più affascinante e misteriosa: quella dell’affresco perduto di Leonardo. In un’intercapedine del Palazzo, non lontana dallo splendido Salone dei Cinquecento, si dice sia conservato l’affresco perduto di Leonardo da Vinci: la battaglia di Anghiari. Da anni la sta cercando con l’aiuto di macchine da fantascienza Maurizio Seracini, ingegnere stregato dai beni culturali. E chissà, forse la nuova ristrutturazione del Palazzo della Signoria darà nuovo impulso alla ricerca.

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