Osteoporosi: in Italia ne soffre una donna su tre, oltre i 50 anni; e un uomo su otto oltre i 60 anni. L’osteoporosi è una malattia cronica, che arriva con l’avanzare dell’età e in seguito ad una scarsa prevenzione e attività fisica.
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OSTEOPOROSI
Secondo le ricerche dell’Istat, l’8,1 per cento della popolazione italiana soffre di questa patologia. Con l’osteoporosi la struttura delle ossa si altera, la resistenza al carico meccanico diminuisce e i pericoli di fratture aumentano.
L’osteoporosi è una malattia sistemica che colpisce l’apparato scheletrico. Si manifesta con una diminuzione della densità minerale ossea e un deterioramento della micro-architettura del tessuto osseo.
Queste alterazioni rendono le ossa più fragili e aumentano il rischio di fratture, anche a seguito di traumi minimi. Le fratture più comuni legate all’osteoporosi riguardano vertebre, femore, omero, ossa del polso e della caviglia.
L’osteoporosi può essere classificata in due forme principali: primaria e secondaria. La forma primaria comprende l’osteoporosi post-menopausale e senile, mentre la forma secondaria è legata a specifiche patologie o all’assunzione prolungata di certi farmaci, come i glucocorticoidi, le terapie immunosoppressive e le terapie ormonali di deprivazione.
MALATTIE CRONICHE ASSOCIATE ALL’OSTEOPOROSI
- Malattie endocrine
- Patologie sistemiche autoimmuni
- Sindromi da malassorbimento
- Bronchiti croniche ostruttive
- Malattie neuro-muscolari con ridotta performance motoria
In Italia, si stima che circa 5 milioni di persone siano affette da osteoporosi, con una prevalenza maggiore nelle donne in post-menopausa.
CAUSE
L’osteoporosi è una malattia che si sviluppa quando c’è una perdita eccessiva e patologica di massa ossea. Questa condizione si verifica a causa di una persistente e dominante attività di riassorbimento osseo rispetto alla neoformazione.
L’osso, durante tutte le fasi della vita, subisce un processo fisiologico di rimodellamento, dove il tessuto scheletrico vecchio e danneggiato viene rimosso dagli osteoclasti e l’osso nuovo viene formato dagli osteoblasti. Con l’avanzare dell’età, l’attività degli osteoclasti tende ad essere maggiore rispetto a quella degli osteoblasti, portando a una perdita di massa ossea.
È la dimensione della differenza tra produzione ed eliminazione di massa ossea che portano ad un grado più o meno grave di osteoporosi.
SINTOMI
L’osteoporosi è una malattia silente e l’esordio dei sintomi coincide con la comparsa di una frattura da fragilità. Tutti i distretti scheletrici sono affetti dall’osteoporosi e possono essere interessati da eventi fratturativi.
Le più comuni fratture da fragilità interessano la colonna vertebrale, il femore prossimale (collo) e il polso. Lo specialista può però identificare i soggetti a rischio anche in assenza di sintomi e valutare una diagnosi precoce di osteoporosi in base ad alcuni elementi clinico-anamnestici, tra cui familiarità per frattura di femore o di vertebre, patologie croniche, e terapie con farmaci che possono provocare alterazioni della struttura ossea come i glucocorticoidi, gli immunosoppressori e le terapie ormonali per carcinoma alla mammella e alla prostata.
DIAGNOSI
La diagnosi dell’osteoporosi si basa principalmente sull’esame della densità minerale ossea (DMO), che misura la quantità di calcio e altri minerali presenti in una sezione di osso.
Questo esame è fondamentale per valutare il rischio di fratture. La DMO viene misurata attraverso una tecnica chiamata densitometria ossea, che utilizza raggi X a bassa energia. La densitometria ossea è un esame indolore e veloce, che viene eseguito principalmente su colonna vertebrale e femore, le zone più a rischio di fratture.
La diagnosi può anche avvalersi di altri esami, come la radiografia standard, che può rivelare fratture vertebrali o altre fratture ossee. Anche se quest’ultima non è in grado di determinare con precisione la densità ossea.
Un altro esame utile per la diagnosi è la misurazione dei marker del turnover osseo nel sangue o nelle urine. Questi marker riflettono l’attività delle cellule che costruiscono (osteoblasti) e distruggono (osteoclasti) l’osso. Un aumento dei marker del turnover osseo può indicare un aumento del rischio di frattura.
RIMEDI
La gestione e il trattamento dell’osteoporosi sono essenziali per prevenire complicazioni e migliorare la qualità della vita dei pazienti. Prima di tutto, è importante che si assuma la giusta quantità di vitamina D. Questa è essenziale per l’assorbimento del calcio, giocando un ruolo cruciale nella mineralizzazione ossea.
Da sola, tuttavia, non è sufficiente per trattare l’osteoporosi, specie se la malattia è in uno stadio avanzato. Di sicuro, la dieta e l‘attività fisica hanno un peso determinante nella prevenzione e nello sviluppo della patologia. Una dieta equilibrata, l’astensione da alcol e tabacco, e l’esercizio fisico regolare sono di fatto fondamentali.
CURE
Trattare l’osteoporosi è complesso e porta, ad un rallentamento del processo degenerativo, ma non allo stop definitivo.
Le cure principali per l’osteoporosi sono:
- I farmaci Bisfosfonati: Questi sono tra i farmaci più comunemente prescritti per l’osteoporosi. Agiscono rallentando il processo di perdita ossea e possono anche aumentare la densità ossea in alcune persone. Alcuni esempi includono alendronato, risedronato e ibandronato.
- La terapia Ormonale: La terapia sostitutiva con estrogeni (ERT) può aiutare a prevenire la perdita ossea e a ridurre il rischio di fratture. Tuttavia, ci sono potenziali effetti collaterali e rischi associati, quindi è importante discutere con un medico se è l’opzione giusta.
- I farmaci RANKL: Denosumab è un tipo di farmaco che funziona bloccando l’azione di una proteina chiamata RANKL. Questo aiuta a ridurre la perdita ossea e ad aumentare la densità ossea.
- Teriparatide e Abaloparatide: Questi sono farmaci che possono aiutare a costruire nuovo tessuto osseo. Sono solitamente prescritti per le persone che hanno un alto rischio di fratture.
- I farmaci SERM: I modulatori selettivi del recettore degli estrogeni (SERM) come il raloxifene agiscono mimando gli effetti degli estrogeni sul tessuto osseo.
- Il calcio e la vitamina D: Mantenere un adeguato apporto di calcio e vitamina D è fondamentale per la salute delle ossa. Questi nutrienti aiutano a costruire e mantenere una forte struttura ossea.
Possono essere somministrati anche altri farmaci, a seconda del parere del medico ortopedico e della gravità della condizione patologica.
RECIDIVE
MEDICI CHE CURANO OSTEOPOROSI
L’osteoporosi è una condizione che necessita dell’attenzione di professionisti specializzati per una corretta identificazione e gestione. Ecco gli esperti medici coinvolti nella cura dell’osteoporosi:
- Reumatologi: Esperti nelle malattie che colpiscono articolazioni, ossa e muscoli, questi medici possiedono una vasta conoscenza delle affezioni reumatiche, inclusa l’osteoporosi.
- Ortopedici: Concentrandosi sulle affezioni del sistema muscolo-scheletrico, questi specialisti intervengono quando l’osteoporosi porta a complicazioni come fratture.
- Endocrinologi: Poiché l’osteoporosi può derivare da disfunzioni ormonali, gli endocrinologi, esperti nelle malattie delle ghiandole endocrine, giocano un ruolo chiave nella sua gestione.
- Ginecologi: La menopausa nelle donne può aumentare il rischio di osteoporosi a causa della riduzione degli estrogeni. I ginecologi sono fondamentali per monitorare e gestire l’osteoporosi nel pubblico femminile.
- Medici di medicina generale: Sebbene non siano esperti specifici dell’osteoporosi, hanno un ruolo cruciale nella sua identificazione iniziale e nel suo monitoraggio, indirizzando i pazienti verso gli specialisti adatti per trattamenti più specifici.
È essenziale comprendere che la gestione dell’osteoporosi richiede un’azione combinata di vari specialisti. La sinergia tra questi professionisti assicura una cura ottimale per chi soffre di questa condizione.
OSTEOPOROSI E OSTEOPENIA
L’osteoporosi e l’osteopenia sono entrambe condizioni che riguardano la densità ossea, ma differiscono in termini di gravità e implicazioni cliniche.
- Osteopenia: è una condizione in cui la densità ossea è leggermente inferiore rispetto alla norma, ma non abbastanza da essere classificata come osteoporosi. Può essere considerata una fase “pre-osteoporosi”. Anche se l’osteopenia aumenta il rischio di fratture, questo rischio è inferiore rispetto all’osteoporosi. Tuttavia, la patologia può progredire verso l’osteoporosi se non viene monitorata e gestita.
- Osteoporosi: è una malattia cronica in cui la densità ossea è significativamente ridotta, rendendo le ossa fragili e aumentando il rischio di fratture. L’osteoporosi può portare a complicazioni gravi, come fratture vertebrali o dell’anca, che possono avere impatti determinanti sulla qualità della vita.
È fondamentale comprendere che entrambe queste condizioni possono essere asintomatiche nelle fasi iniziali. Pertanto, la diagnosi precoce attraverso esami come la densitometria ossea è cruciale. La prevenzione e la gestione tempestiva possono aiutare a ridurre il rischio di progressione e complicazioni.
La differenza chiave tra osteoporosi e osteopenia risiede nella densità ossea e nel rischio associato di fratture. Infatti, se da un lato l’osteopenia è un segnale di allarme, l’osteoporosi, dall’altro, richiede un intervento medico immediato e spesso un trattamento farmacologico.
OSTEOPOROSI IN GRAVIDANZA
PREVENZIONE
L’osteoporosi, una condizione che indebolisce le ossa rendendole più suscettibili alle fratture, può avere un impatto significativo sulla vita quotidiana. Tuttavia, adottando alcune misure preventive, è possibile ridurre il rischio di sviluppare questa malattia e garantire una salute ossea ottimale.
- Sviluppo osseo nell’arco della vita: Durante le fasi di crescita, come l’infanzia e l’adolescenza, le nostre ossa si sviluppano e si consolidano, raggiungendo il loro apice di forza tra i 20 e i 25 anni. Questa fase è cruciale per stabilire una base solida per la salute ossea futura. Una volta superato questo periodo, è essenziale mantenere un equilibrio tra la formazione e la degradazione ossea.
- Influenze esterne e salute ossea: Diversi elementi esterni possono influenzare la salute delle nostre ossa. Alcuni di questi, come la genetica, sono fuori dal nostro controllo. Tuttavia, ci sono molti fattori su cui possiamo intervenire per garantire ossa forti e sane.
- Adottare uno stile di vita attivo, integrando l’attività fisica nella routine quotidiana.
- Abbracciare una dieta bilanciata, con un’attenzione particolare agli alimenti ricchi di calcio e vitamina D.
- Ridurre l’assunzione di sostanze che possono compromettere la salute ossea, come il sale, l’alcol e la caffeina.
- Abbandonare abitudini nocive come il fumo.
- Godersi il sole con moderazione, essenziale per la sintesi di vitamina D.
La chiave per prevenire l’osteoporosi è l’adozione di abitudini sane fin dalla giovinezza e il mantenimento di queste pratiche durante tutta la vita.
COME PROTEGGERE LE OSSA
Le ossa si proteggono e si rafforzano fin dall’infanzia. Serve una buona alimentazione ( partire da frutta e verdura e dai sali minerali necessari allo sviluppo e alla buona conservazione delle ossa) e una costante attività fisica. Scoprite alcuni semplici ma essenziali consigli per proteggere le ossa.
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