Nuova legislatura e vecchi sprechi: la Camera costa 3 milioni di euro al giorno

La nuova legislatura ha preso il via, con un forte rinnovamento nelle presenze sui banchi dei vari partiti, e mentre si naviga nel buio degli accordi politici per evitare il ritorno alle urne, qualche luce si accende sui soldi che si spendono per il funzionamento dell’assemblea. Abbiamo saputo, per esempio, che secondo il bilancio di […]

La nuova legislatura ha preso il via, con un forte rinnovamento nelle presenze sui banchi dei vari partiti, e mentre si naviga nel buio degli accordi politici per evitare il ritorno alle urne, qualche luce si accende sui soldi che si spendono per il funzionamento dell’assemblea.

Abbiamo saputo, per esempio, che secondo il bilancio di previsione del 2013 la sola Camera dei deputati costerà 1 miliardo e 100 milioni di euro, circa 3 milioni di euro al giorno. La cifra comprende tutte le voci di spesa, a partire dagli stipendi degli onorevoli con i relativi benefit, e vale la pena concentrarsi su quelli che sono alcuni costi di funzionamento della Camera. Voci per servizi e acquisti. I punti opachi sono molti, e parto dal più clamoroso: un bando per l’appalto per l’ampliamento del parcheggio riservato agli onorevoli. Una decina di milioni di euro.

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L’assurdità sta nel fatto che tutte le forze politiche, dico tutte, hanno scritto nei loro programmi elettorali la necessità inderogabile di dimezzare il numero dei parlamentari. Se dunque la legislatura andrà avanti è lecito aspettarsi che le Camere approveranno il taglio secco e drastico dei seggi e delle presenze in aula. E allora: che senso ha spendere milioni euro per ampliare un parcheggio che poi dovrà essere utilizzato dalla metà degli attuali deputati? Lo spreco è evidente, e i partiti sono ancora in tempo per bloccarlo.

Una seconda anomalia è rappresentata dai costi per le auto blu, 13 milioni di euro, e per la stampa degli atti parlamentari, 7 milioni e 200mila euro. Ma le macchine di rappresentanza non dovevano essere tagliate? E quanto alle spese di stampa, visto che ormai tutto viaggia sul web non si può procedere con una sforbiciata secca? Quanto ai servizi, colpisce che soltanto gli ascensori costano 540mila euro, mentre gli impianti di riscaldamento e di raffreddamento valgono una spesa di 17mila e 500 euro al giorno. Con i progressi della tecnologia non si può pensare a ridurre queste spese per il caldo e il freddo dei parlamentari?

Ancora:  milioni e 369mila euro vengono stanziati per aggiornare i programmi software dei vari computer in dotazione degli eletti, e 400mila euro volano per i corsi di aggiornamento in informatica dei deputati: sono troppi, è evidente. Come non si possono spendere, di questi tempi, 3 milioni di euro per fotocopiatrici, toner e stampanti. Dietro queste cifre ci sono cattive abitudini e privilegi che vanno eliminati. E’ bastato, per esempio, aumentare lo scandaloso prezzo fisso del buffet della Camera per convincere molti deputati a mangiare a casa loro o nei ristoranti. Speriamo che i partiti diano un buon segnale di inizio legislatura, modificando subito il budget della Camera e riducendo queste spese. Altrimenti non faranno altro che regalare popolarità e consensi a Grillo e al suo Movimento Cinque Stelle che ha un obiettivo preciso: mandare tutti a casa.

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