Nucleare 1 / Drammatico rapporto Usa: situazione grave

Ieri il New York Times ha pubblicato in prima pagina un articolo ("US Sees Array of New Threats at Japan’s Nuclear Plant") che svela i contenuti di un rapporto confidenziale, ancora inedito, della Nuclear regulatory commission (Nrc) per il governo Usa sulla situazione nella centrale nucleare giapponese di Fukushima Daiichi. L’assesment sostiene che il quadro […]

Ieri il New York Times ha pubblicato in prima pagina un articolo ("US Sees Array of New Threats at Japan’s Nuclear Plant") che svela i contenuti di un rapporto confidenziale, ancora inedito, della Nuclear regulatory commission (Nrc) per il governo Usa sulla situazione nella centrale nucleare giapponese di Fukushima Daiichi. L’assesment sostiene che il quadro "rimane estremamente grave", e afferma che alcune delle misure prese dalla Tepco e dal governo di Tokyo "hanno causato ripercussioni impreviste e nuovi problemi", in particolare per quanto riguarda gli interventi effettuati nei "contenimenti" dei reattori che "mettono in dubbio la loro capacità di resistere alle scosse di terremoto di assestamento del terremoto". Quel che preoccupa gli americani sono soprattutto le esplosioni di idrogeno verificatesi nella centrale.

Il documento, che è stato preparato dal Reactor safety team della Nrc che sta collaborando con il governo giapponese e la Tokyo Electric Power Company (Tepco), si basa sui "più recenti dati disponibili" di numerose organizzazioni giapponesi ed americane, inclusi quelli delle imprese nucleari, del Japan atomic industrial forum, del Dipartimento dell’energia Usa, di General Electric, dell’Electric power research institute e di Ong indipendenti». Il rapporto confidenziale contiene valutazioni dettagliate per ciascuno dei 6 reattori

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di Fukushima Daiichi con raccomandazioni per gli interventi da fare.
 
Tra gli altri problemi il documento solleva  nuovi interrogativi sul fatto che si possa sostenere indefinitivamente lo sversarmento di acqua sul combustibile nucleare in assenza dei sistemi di raffreddamento. Secondo gli esperti della Nrc i giapponesi dovranno continuare a mantenere "al fresco" il combustibile per molti mesi, fino a quando la centrale nucleare non sarà "stabilizzata" e il New York Times sottolinea che "c’è la crescente consapevolezza che i rischi del pompaggio dell’acqua sul carburante presentano una nuova categoria di sfide che l’industria nucleare sta solo cominciando a comprendere".
 
Margaret Harding, un ex reactor designer di General Electric, è preoccupata per le conseguenze delle scosse di assestamento: "Se fossi nei panni dei giapponesi, sarei molto riluttante ad avere tonnellate e tonnellate di acqua all’interno di un containment la cui integrità strutturale non è stata verificata dopo il terremoto".

Secondo l’articolo, "il documento suggerisce anche che i frammenti o particelle di combustibile nucleare dalle piscine del combustibile esaurito sopra i reattori siano saltati in aria  fino a un miglio dall’unità" e che pezzi di materiale altamente radioattivo siano caduti  tra due unità e hanno dovuto essere "bulldozed over", presumibilmente per proteggere i lavoratori sul sito. L’espulsione di materiale nucleare, che potrebbe essersi verificato durante una delle precedenti esplosioni di idrogeno, potrebbe indicare maggiori danni di quanto precedentemente indicato alle piscine estremamente radioattive".
 
Il rapporto dell’Nrc ritiene poi che "c’è stata un’esplosione di idrogeno nella piscina del combustibile dell’unità 4, che ha causato emissioni di radiazioni maggiori" e il reattore 4 potrebbe essere quello che rilascerà più sostanze radioattive nell’ambiente. Il Nuclear information and resource service (Nirs) fa notare che "non abbiamo ancora visto una sola lettura ufficiale o ufficiosa delle aree che si trovano all’interno della zona di evacuazione".
 
Il rapporto dell’Nrc reso noto dal New York Times risale al 26 marzo ma il Nirs ieri ha chiesto che la Nrc renda noti subito i dati di cui dispone (che non devono essere pochi, vista la presenza di militari e tecnici Usa nell’area del disastro). Il Nirs ed altre Ong hanno chiesto quindi che la relazione pubblicata a stralci dal New York Times venga resa pubblica e presenteranno una richiesta di accesso a tutti i documenti in base al Freedom information act, nel caso il documento non venga rapidamente pubblicato in maniera integrale.
 
David A. Lochbaum, un ingegnere nucleare che ha lavorato su reattori General Electric dello stesso tipo di quelli utilizzati in Giappone, che ora dirige il nuclear safety project  dell’Union of concerned scientists, e che ha collaborato alla stesura del rapporto, ha detto che «la ridda di problemi emersi dal documento nei  tre reattori separati rende  l’esito ancora più incerto. Pensavo che fossero, non fuori dal bosco, ma almeno ai margini del bosco. Questo documento dipinge un quadro molto diverso, e suggerisce che le cose stanno molto peggio. Si potrebbero avere ancora più danni e di grande ampiezza se alcune delle cose che pensano non funzionassero. Anche il miglior giocoliere del mondo può avere troppi palloni per aria. Hanno un sacco di cose brutte da negoziare in futuro, e un passo falso  potrebbe rendere la situazione molto, molto peggiore».

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