Nasce in Umbria il primo esperimento in Italia di democrazia diretta ed economia sociale

Tutto è iniziato con una lettera scritta a Noam Chomsky, nella quale gli viene raccontata l’idea di un esperimento di democrazia ed economia partecipativa. Alla richiesta di cosa ne pensasse a riguardo, egli rispose con apprezzamento e parole incoraggianti che oggi, da propellente, si sono trasformate in realtà e hanno dato vita a Naturalife, una […]

Tutto è iniziato con una lettera scritta a Noam Chomsky, nella quale gli viene raccontata l’idea di un esperimento di democrazia ed economia partecipativa. Alla richiesta di cosa ne pensasse a riguardo, egli rispose con apprezzamento e parole incoraggianti che oggi, da propellente, si sono trasformate in realtà e hanno dato vita a Naturalife, una cooperativa di consumo che snobba il consumismo e punta a un utilizzo efficiente dell’energia e a un sistema capace di migliorare il rapporto tra la tecnologia e l’essere umano.
Il mittente della lettera recapitata a Chomsky è Alessandro Ronca, un self made man che circa 3 anni fa ha costruito nel cuore dell’Umbria il Parco delle Energie Rinnovabili (PeR), un luogo di cultura tecnica e umanistica dove si svolgono vari tipi di attività legate alle rinnovabili e alla sostenibilità finalizzate a preservare il futuro di ciascuno di noi e del pianeta in cui viviamo.

Naturalife è un’iniziativa del PeR ed è un’azione di cambiamento fondata sui valori della democrazia partecipativa, della non violenza e dell’economia condivisa. La cooperativa si è costituita ufficialmente lo scorso 4 novembre.

Tecnicamente, affinché l’atto di costituzione fosse valido, occorrevano almeno 50 persone disponibili a firmare davanti al notaio; alla fine le firme sono state 62, non solo di locali, ma anche di gente venuta da tutta Italia. L’ambizioso obiettivo della cooperativa è raggiungere 50.000 soci entro i primi 3 anni di vita, 50.000 persone che condividono l’esperienza di diventare proprietari di una struttura unica nel nostro Paese, il PeR, con soli 50 euro di investimento. Alessandro ci spiega che le attività portate avanti daivari gruppi di lavoro in cui è strutturata la cooperativa puntano al miglioramento della qualità della vita e a un nuovo equilibrio tra economia, energia, ecosistemi e spiritualità; il sistema è quello di una comunità diffusa guidata da un’intelligenza collettiva in cui i soci hanno una facoltà decisionale realmente partecipata e in cui, come spiega Alessandro, “la tecnologia sia la servizio dell’uomo e non viceversa, come spesso accade”. I soci diventeranno proprietari del PeR, un posto destinato a trasformarsi in un centro di sperimentazione non solo di tecnologie sulla sostenibilità, ma anche di differenti modelli economici, cioè partecipati, e di democrazia diretta, dove tutte le persone sono parte delle scelte che vengono prese.

Alessandro, il PeR è partito come un luogo di sperimentazione di tecnologie alternative e si è trasformato in un centro di trasformazione culturale. Quali sono gli obiettivi?
L’obiettivo è ridurre l’importanza del denaro. Il denaro è una cosa assolutamente marginale che, per carità, è necessario per potersi rapportare alla società così come noi oggi la conosciamo, ma non deve essere considerato il fine ultimo bensì un mezzo attraverso il quale diventare realmente proprietari di questo posto. Oggi ci sono persone che pagano per poter giocare a dei giochi virtuali, tipo Farmville, per capirsi; questo invece è un farmville reale, dove le cose accadono realmente e dove si ha la possibilità di interagire con le scelte della struttura e soprattutto di proporre le proprie idee, che spesso e volentieri per vari motivi non riescono a trovare applicazione. Se un’idea viene ritenuta valida dalla collettività, perché non c’è un giudice che decide, viene messa in pratica.Le persone che sposano il progetto hanno la possibilità di valorizzare la loro energia interiore senza che siano costrette a investire un sacco di denaro per realizzare le proprie idee, ma con un investimento che è alla portata di tutti perché è ripartito.

Naturalife vuole raggiungere 50.000 persone in 3 anni. Quali saranno le attività che metterete in piedi per raggiungere l’obiettivo e quali gli strumenti di supporto?
Innanzi tutto inizieranno, da subito, a essere ripartiti dei vantaggi tra i soci. Quello che pensiamo è che non si debba dare utili e profitti alle persone, ma vantaggi tangibili che vadano oltre a quello che oggi noi pensiamo sia il valore del denaro o il valore che attribuiamo a 50 euro, cioè meno di un pieno di una benzina. I nostri punti di riferimento sono la sostenibilità e le tecnologie per l’energia, che saranno sperimentate e proposte agli associati a un prezzo estremamente competitivo. Praticamente i prodotti saranno selezionati e potranno essere sperimentati qua al PeR; se poi essi dimostreranno di essere efficienti e duraturi nel tempo e di avere il miglior rapporto durata-qualità-prezzo, a quel punto verranno proposti ai soci attraverso una filiera diretta che dalla produzione raggiungerà immediatamente l’utilizzatore finale, senza una mediazione di interesse economico. Si stimano riduzioni di costo anche del 40% rispetto ai prodotti. Un sito internet dedicato riservato ai soci renderà possibile la prenotazione dei prodotti prescelti che, solo dopo il raggiungimento di soglie prestabilite, diventeranno ordini effettivi con scaglioni eccezionali di riduzione dei costi. Oltre ai gruppi di lavoro, che sono tantissimi – tecnologia, educazione e didattica, traduzione e internazionalizzazione, informatica e telecomunicazioni, agricoltura, nuova economia, mobilità, efficienza energetica, salute, legale e giurisprudenza, alimentazione, psicologia, stile di vita, ufficio stampa, media, grafica e comunicazione – saranno attivate in poche settimane anche le sezioni merceologiche, tra le quali efficienza energetica, energia termica ed elettrica, gestione dell’acqua, libri e riviste, bioedilizia e costruzioni, mobilità, agricoltura, vivere con la natura, tempo per vivere la vita e fai da te.

In che modo Naturalife può offrire una diversa chiave di lettura per chi è ancora lontano dal considerare la sostenibilità come un punto d’arrivo?
Intanto dimostrando che quello che viene e che verrà fatto qui al PeR è la normalità, non la straordinarietà: una struttura che cerca di inseguire l’autosufficienza è un qualcosa alla portata di tutti. Oltre a essere favoriti da un mercato economico con prezzi più vantaggiosi, il risultato è assolutamente più concreto se ci si concentra non tanto sul modo di produrre l’energia, quanto sul modo di utilizzarla, in un percorso che ovviamente è ben lontano dalle logiche del profitto, ma non da quelle dell’utente finale. Tutto quello che noi cercheremo di fare sarà promuovere un uso efficiente dell’energia, prima di pensare a come produrla. È ovvio che poi i sistemi tecnologici che produrremo o che in qualche maniera proporremo hanno la finalità di produrre anche energia, ma ci concentreremo moltissimo sui sistemi tecnologici che utilizzano l’energia in maniera efficiente e sulla non utilizzazione dell’energia, perché spesso e volentieri con sistemi passivi e applicazioni intelligenti si riescono a ottenere benefici economici notevoli. Il socio, per esempio, può venire qui al PeR e usufruire di uno spazio dedicato alla discussione dei problemi energetici con i nostri esperti che, in maniera disinteressata, cercheranno di analizzare le problematiche dell’utente.

Quali saranno le prossime iniziative in programma?
La prima uscita pubblica della cooperativa sarà a Verona, il prossimo 19 novembre, dove parteciperemo al Simposio Società sostenibile, organizzato dal movimento Zeitgeist, ancora molto poco conosciuto, ma che nel mondo conta circa 500.000 persone legate a un sistema in cui la tecnologia e la riduzione delle esigenze legate al denaro sono alla base della sopravvivenza dell’essere umano. A breve saranno poi aperti dei canali informatici perché il sistema che abbiamo messo in piedi dovrà necessariamente passare per via telematica. Cercheremo quindi di sviluppare delle piattaforme strutturate per dare la possibilità a chiunque da casa di avere un’idea virtuale di quello che accade qui, come se fosse qui. La nostra intenzione non è di poter cambiare il mondo, ma di poter fare la differenza.

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