Meno sprechi e rischio zero per chi acquista l’America creativa contro la crisi

SAN FRANCISCO – L’hanno definito risk-free shopping (acquisto senza rischio). E’ l’ultima trovata escogitata delle aziende statunitensi per cercare di invogliare i consumatori a fare acquisiti. Lo stanno offrendo industrie grandi e piccole e anche quelli che gli statunitensi definiscono i mom-and-pop store, ovvero i negozi di quartiere. La proposta e’ semplice: il consumatore acquista […]

SAN FRANCISCO – L’hanno definito risk-free shopping (acquisto senza rischio). E’ l’ultima trovata escogitata delle aziende statunitensi per cercare di invogliare i consumatori a fare acquisiti. Lo stanno offrendo industrie grandi e piccole e anche quelli che gli statunitensi definiscono i mom-and-pop store, ovvero i negozi di quartiere. La proposta e’ semplice: il consumatore acquista un certo prodotto o fa ricorso ad un certo servizio; se viene licenziato non deve piu’ pagare o puo’ rispedire l’acquisto al mittente.

Questa e’ per esempio la proposta che sta pubblicizzando dall’inizio di questo mese la Hyundai America, una sussidiaria della conglomerata coreana, che ha cominciato ad offrire acquisti risk-free agli statunitensi che comprano le sue automobili. “Finanzia adesso una nostra automobile”, recitano gli spot pubblicitari della casa coreana, “e se perdi il lavoro entro la fine dell’anno puoi riportarla indietro senza problemi”.

Sebbene questa offerta sia favorevole, impallidisce al confronto di quella che avanzano nel Mid West i rivenditori delle maggiori case automobilistiche statunitensi: oltre ad adottare anche loro la proposta formulata dalla Hyundai, le rivendite della Chevrolet e della Ford su alcuni modelli – in genere furgoni e SUV – offrono il “compra uno porta a casa due”. Se il cliente compra un veivolo al prezzo di listino ne riceve un’altro simile gratis. Il tutto anche con un finanziamento a tasso agevolato. Tanto per non farsi mancare nulla.

I media americani hanno definito questo tipo di vendite way-out sales, vendite con l’uscita di sicurezza e negli Stati Uniti, che pure sono famosi per la creativita’ del loro marketing, prima non s’era mai visto niente di simile. “E’ una strategia molto ingegnosa”, ha affermato Dominique Hanssen, professore di Marcheting alla university of California Los Angeles: “Cosi’ spostano il rischio sui loro libri contabili. Stanno cercando ovviamente di abbassare la percezione del livello di rischio che presenta l’acquisto e nello stesso tempo di incrementare le vendite in un momento in cui i consumatori hanno tirato i remi in barca”. A giudicare dai dati di mercato, la nuova strategia commerciale sta producendo dei frutti: il governo statunitense ha reso noto proprio in questi giorni che a febbraio le vendite dei beni di lunga durata, generi nei quali le automobili occupano un posto di preminenza, sono aumentate del 3,4 per cento.

A offrire i loro prodotti e i loro servizi gratis, ci sono messe anche le linee aeree e le grandi catene di abbigliamento. Si prenda il caso della JetBlue. Una delle maggiori compagnie aeree low-cost degli Stati Uniti, sfoggia la sua proposta: tutti coloro che vengono licenziati dopo aver comprato un biglietto se lo possono far rimborsare e, in alcuni casi, possono anche volare gratis. L’inziativa della JetBlue adesso viene seguita, come e’ costume nell’industria aerea statunitense, attentamente dalle altre compagnie. C’e’ da scommettere che se determinara’ un incremento del traffico passeggeri anche loro adotteranno la soluzione della compagnia low-cost. E ancora. Nel caso della Jos. A. Bank, una catena di negozi d’abbigliamento per uomini d’affari, ai clienti che perdono il lavoro – o che finiscono in bancarotta – gli esercenti invece i vestiti e le camicie glieli fanno tenere gratis.

Il novero dei commercianti che abbracciano il gratis per attrarre i consumatori cresce di giorno in giorno. Adesso ci si mettono anche le lavanderie, che secondo la National Public Radio – il network radiofonico pubblico statunitense – sono uno degli indicatori piu’ affidabili sullo stato dell’economia del paese. “Quando la gente ha problemi economici, a Manhattan aumenta il numero di quelli che vanno in giro con i vestiti sgualciti”, affermava un commentatore del network radiofonico raccontando una singolare iniziativa lanciata dalla First Professional Cleaners, una lavanderia di New York. “If you are unemployed and need an outfit clean for an interview, we will clean it for free”. Ovvero: se sei disoccupato e hai bisogno di pulire i vestiti perche’ devi fare un’intervista (di lavoro, ndr) te li laviamo gratis, recita un cartello affisso nella vetrina del negozio. “Abbiamo perso un sacco di clienti a causa della crisi”, ha spiegato Carlos Vasquez, il gestore della lavanderia, “cosi’ abbiamo deciso di aiutare la comunita’: sono in tanti ad aver bisogno di un abito ben stirato… e poi non solo aiuta loro ma fa anche bene agli affari”.

Dopo gli immancabili articoli di giornale, che hanno fatto seguito all’affissione del cartello, la lavanderia di Vasquez e’ diventata un caso nazionale e adesso e’ sommersa da richieste che arrivano perfino dal New England, dove tantissimi residenti fanno i pendolari con New York per ragioni di lavoro. “Non e’ certamente quello che ci aspettavamo ma terremo fede alla nostra promessa, almeno fino a quando ce le potremo permettere”, ha affermato Vasquez.

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