Massacro silenzioso degli eco-attivisti

È passato circa un mese dall’assassinio il 24 maggio di José Claudio Ribeiro da Silva e di sua moglie Maria do Espirito Santo a Nova Ipixuna, nello Stato di Pará. Omicidio di cui si sono occapati i principali organi d’informazione internazionali eccetto quelli italiani. Nel frattempo in Pará sono stati uccisi altri tre attivisti contro […]

È passato circa un mese dall’assassinio il 24 maggio di José Claudio Ribeiro da Silva e di sua moglie Maria do Espirito Santo a Nova Ipixuna, nello Stato di Pará. Omicidio di cui si sono occapati i principali organi d’informazione internazionali eccetto quelli italiani. Nel frattempo in Pará sono stati uccisi altri tre attivisti contro il disboscamento illegale e un quarto nel vicino Stato di Rondônia, sempre in Amazzonia. Tanto che le autorità brasiliane hanno dovuto portare in una località non rivelata due famiglie di contadini – in totale dieci persone, in gran parte bambini – minacciate di morte dai baroni della deforestazione.

INCHIESTA – Dopo l’omicidio in un’imboscata dei da Silva, la presidente brasiliana Dilma Rousseff aveva inviato nella zona un gruppo militare speciale e ordinato un’inchiesta «rigorosa», che finora però non ha dato risultati. Lo scorso anno la Commissione pastorale della terra (Cpt), organizzazione legata alla Chiesa cattolica, ha diffuso una lista di 125 persone «indicate per essere uccise», della quali 30 nello stato del Pará, ma il governo brasiliano ha riconosciuto di «non avere i mezzi per proteggerle». Dall’inizio dell’anno altri venti nomi sono stati aggiunti alla lista, ha detto José Battista, un avvocato che lavora con Cpt.

TESTIMONI – Persone che avevano lavorato insieme ai da Silva, hanno testimoniato che prima dell’omicidio la coppia aveva ricevuto numerose minacce di morte. Junior, 30enne agronomo che non ha voluto dire il cognome per timore di ritorsioni, ha detto alla France Presse che a Ribeiro da Silva erano giunte minacce come «I tuoi giorni sono contati, morirai», «Tieniti pronto perché tra poco non parlerai più». Junior ha accusato i potenti proprietari terrieri della zona e le compagnie forestali di essere i mandanti degli omicidi. «In altre occasioni avevano cercato di ucciderlo, ma non l’avevano fatto perché lo volevano far fuori insieme alla moglie». Il procuratore dello Stato di Pará ha reso noto un particolare: i killer hanno tagliato un orecchio di da Silva.

ACCUSE – «L’assenza di autorità statale porta alla deforestazione illegale», spiega Valdimir Ferreira, consigliere municipale di Nova Ipixuna. «Da Silva aveva iniziato una lotta contro le compagnie forestali e i potenti proprierari terrieri. E loro hanno ordinato di ucciderlo». Ma il sindaco della città, l’uomo d’affari Edson Alvarenga, non è d’accordo con questa ricostruzione. «Gli omicidi potrebbero essere il risultato di conflitti interni alla comunità», dice. «Ho sentito dire che l’assassino è uno di qui». Anche Junior ammette che ci sono conflitti locali, «perché qualcuno vuole vendere il proprio pezzo di terra. Ma sono sicuro che l’ordine ai sicari l’hanno dato quelli che vogliono la deforestazione».

 

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