Malasanità e sprechi: un morto al mese nella regione Lazio. E continuano i tagli

Un morto al mese per malasanità. Avviene in Italia, a Roma, nel Lazio, dove la commissione parlamentare sugli errori in campo sanitario ha svelato i risultati di questa terribile statistica. Nella capitale degli sprechi e dei disservizi, si può morire in neonatologia all’ospedale San Giovanni per lo scambio di una flebo (23 luglio 2012), oppure […]

Un morto al mese per malasanità. Avviene in Italia, a Roma, nel Lazio, dove la commissione parlamentare sugli errori in campo sanitario ha svelato i risultati di questa terribile statistica. Nella capitale degli sprechi e dei disservizi, si può morire in neonatologia all’ospedale San Giovanni per lo scambio di una flebo (23 luglio 2012), oppure dopo essere stati rifiutati da 4 pronto soccorso (17 luglio 2011). Dice Antonio Palagiano, presidente della commissione: “Le colpe non sono sempre e solo dei medici, come dimostra il fatto che molte denunce per lesioni colpose sono state poi archiviate. Bisogna distinguere tra il campo medico e quello ammnistrativo, ma l’unica cosa sicura è che i responsabili degli sprechi nella sanità pubblica, che dissanguano le casse dello Stato, non pagano mai. Sono una categoria di impuniti”.

Già, gli sprechi. A fronte di un morto al mese per disservizi, la regione Lazio si ritrova con un disavanzo nella Sanità, solo per il 2012, di 775mila milioni di euro, quasi 1 miliardo. E intanto si continua a chiudere servizi e a ridurre assistenza pubblica per mancanza di fondi. L’ultimo caso si riferisce all’assistenza domicilaire per i non vedenti: è stata sospesa perché non sono stati erogati i finanziamenti per il 2011 e per il 2012. Anche i ciechi possono diventare le vittime di sprechi e malasanità.

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