L’Ue vuole “una rete elettrica intelligente”. Consumare meno per vivere meglio

Bisogna rendere la rete elettrica europea intelligente in tempi strettissimi realizzando una rivoluzione infrastrutturale in grado di abbattere i consumi, ridurre le emissioni di anidride carbonica, creare occupazione e favorire la competitività delle imprese. E’ questa la nuova scommessa a cavallo tra economia e ambiente lanciata dalla Commissione Ue in occasione della Settimana dell’energia sostenibile […]

Bisogna rendere la rete elettrica europea intelligente in tempi strettissimi realizzando una rivoluzione infrastrutturale in grado di abbattere i consumi, ridurre le emissioni di anidride carbonica, creare occupazione e favorire la competitività delle imprese. E’ questa la nuova scommessa a cavallo tra economia e ambiente lanciata dalla Commissione Ue in occasione della Settimana dell’energia sostenibile inaugurata questa mattina a Bruxelles. Il piano, illustrato dal commissario all’Energia Günther Oettinger, prevede una marcia a tappe forzate.

"Dobbiamo agire subito, non possiamo mancare di approfittare delle opportunità offerte dalla piena realizzazione di una smart grid", ha chiarito Oettinger. Il primo passo è la creazione di standard tecnici comuni già nel giro del 2012. Poi, nella tabella di marcia esposta dal Commissario, occorrerà capire come difendere i dati che viaggiano in rete, studiare un piano di incentivi agli investimenti, favorire un’ulteriore liberalizzazione del mercato e fornire sostegno alla ricerca e all’innovazione. Un piano ambizioso che Bruxelles è convinta vada però perseguito con la massima rapidità e il massimo impegno. "Mettendo insieme i progressi nel campo della information technology con un lavoro di network saremo in grado di far arrivare la corrente esattamente dove e quando serve al prezzo più basso", ha detto ancora Oettinger. Un flusso "intelligente" con ricadute positive in molti campi.

Se un aspetto fondamentale della smart grid riguarda le grandi linee di distribuzione, che dovranno essere capaci di gestire al meglio il crescente apporto delle poco programmabili fonti rinnovabili, l’altro interessa più direttamente i consumatori, con l’introduzione dei cosiddetti "contatori intelligenti". "Daranno alle persone un grosso incentivo a risparmiare energia e quindi denaro  –  ha ricordato ancora il commissario  –  Sapere come e quanto consumiamo avvicinerà l’approccio nei confronti dell’energia a quello che iniziamo ad avere verso la benzina, con grandi benefici. Alcune stime ci indicano che lo sviluppo di smart grid può portare a una riduzione nei consumi delle famiglie fino al 10%, mentre in alcuni progetti piloti avviato nel Regno Unito i risparmi hanno toccato anche quote del 40%".

Consumare meno permetterebbe quindi di centrare senza affanni l’obiettivo del miglioramento dell’efficienza energetica del 20% entro il 2020, target che Oettinger definisce "di gran lunga il più impegnativo" tra quelli fissati dalla direttiva europea del 20-20-20. Se raggiunto, quest’ultimo nei conteggi della Commissione, porterebbe però automaticamente anche a un miglioramento nel taglio delle emissioni di gas serra dal previsto -20% a un più ambizioso -25%. Successi che in termini di cifre e percentuali a cittadini e consumatori possono sembrare astratti, ma che si traducono in realtà in vantaggi molto concreti. Secondo i dati presentati in occasione dell’apertura della Settimana dell’energia sostenibile, una maratona di oltre 700 eventi e manifestazioni all’insegna dell’efficienza e dello sviluppo delle fonti rinnovabili in tutti gli Stati membri dell’Unione, adeguate politiche sarebbero in grado di far risparmiare ogni anno circa 1000 euro a famiglia, migliorando la competitività del sistema industriale europeo con la creazione di 2 milioni di posti di lavoro.

Insomma Bruxelles, incalzata oltre che dalle consolidate preoccupazioni per i cambiamenti climatici anche dalla catastrofe nucleare in Giappone e dalla crisi politica che sta sconvolgendo molti paesi produttori di petrolio, lancia l’ennesima sfida di modernizzazione e sostenibilità. L’Italia questa volta potrebbe non essere costretta però a inseguire il gruppo di testa come di consueto. Una volta tanto, con circa 20 milioni di contatori elettronici già installati nelle sace delle italiani (anche se non ancora tarati al pieno delle loro funzionalità), siamo infatti all’avanguardia.   

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