Lotta allo spreco alimentare nelle scuole romane

Al via a gennaio nelle mense scolastiche comunali il progetto sperimentale “Condividi il Pane”. I pasti non consumati di 21 istituti saranno distribuiti da Mo.da.vi in diverse strutture di assistenza di Emanuela Micucci Sono 2mila i pasti non consumati che ogni giorno avanzano nelle mense scolastiche del Comune di Roma. Mentre 8mila persone in citta’ […]

Al via a gennaio nelle mense scolastiche comunali il progetto sperimentale “Condividi il Pane”. I pasti non consumati di 21 istituti saranno distribuiti da Mo.da.vi in diverse strutture di assistenza di Emanuela Micucci

Sono 2mila i pasti non consumati che ogni giorno avanzano nelle mense scolastiche del Comune di Roma. Mentre 8mila persone in citta’ faticano ad avere cibo per il sostentamento, costretti a volte a frugare nei cassonetti dell’immondizia per recuperarlo. Dati sufficienti a evidenziare la valenza etico-sociale del progetto “Condividi il Pane, ti insegno a non sprecare” promosso dall’assessore comunale alle Politiche educative scolastiche e della famiglia Laura Marsilio, in collaborazione con la federazione provinciale di Roma dell’associazione Mo.da.vi-Onlus. Presentata ieri (22 dicembre 2008) in Campidoglio, l’iniziativa partira’ con la riapertura delle scuole il 7 gennaio.

Parte di quel 12% giornaliero dei pasti erogati nelle mense scolastiche ma non consumati verra’ recuperato dai volontari dell’associazione, che lo distribuiranno nelle mense dei poveri affiliate alla Caritas diocesana, in quelle della congregazione delle suore di Madre Teresa di Calcutta e della parrocchia di San Barnaba e nelle mense sociali di associazioni laiche e comunita’ di alcolisti e tossicodipendenti. Abbiamo individuato ? spiega Marsilio ? una mensa per ogni municipio coinvolto, in modo che il pasto sia immediatamente fruibile e fresco. Per dare anche ai piu’ poveri un prodotto con le stesse qualita’ di quello dei bambini delle scuole.

La ristorazione scolastica romana, infatti, e’ tra le migliori in Europa. I cibi erogati, dal nido alle medie, sono nutrizionalmente bilanciati e bio-locali, cioe’ utilizzano prodotti biologici che provengono da coltivazioni o allevamenti del territorio. Inoltre, non sono precotti ma vengono cucinati direttamente nelle cucine delle scuole. Tutte caratteristiche di cui adesso si avvalleranno anche le mense sociali che aderiscono all’iniziativa. Si tratta ? sottolinea Marco Scurria, presidente di Mo.da.vi. ? di cibo non consumato per vari motivi: assenze degli studenti per malattia, motivi personali, gite scolastiche non prontamente annunciate alle societa’ di distribuzione dei pasti.

Il progetto, a costo zero per l’amministrazione comunale, in quanto basato sul volontariato, nasce con l’obiettivo di assicurare almeno un pasto giornaliero a quanti soffrono la fame. Quel 5,3% di italiani che non hanno soldi per il cibo, secondo l’indagine presentata sempre ieri dall’Istat sulla distribuzione del reddito e le condizione di vita in Italia. E quel 14,4% delle famiglie che nel Lazio, regione del Centro che ha evidenziato maggior disagio, dichiara di arrivare a fine mese con molta difficolta’. Ma l’iniziativa si prefigge anche di educare gli studenti e le loro famiglie a un uso responsabile del cibo attraverso un pieghevole appositamente realizzato.

Saranno coinvolte 21 scuole di 11 Municipi (I, II, IV, V, VI, VII, XV, XVI, XVII e XIX) e 7 societa’ di ristorazione. Ci siamo resi disponibili ? afferma Roberto Capecchi, amministratore delegato della Capecchi spa ? per la valenza sociale del progetto. Possono venire recuperati centinaia di quintali di prodotti per la fasce sociali piu’ deboli. Si puo’ pensare a collaborazioni simili con la sanita’, i ministeri e le aziende private per aumentare i tipi di prodotti da ridistribuire. Una proposta subito accolta dal Comune. Il progetto, infatti, dopo questa prima fase di sperimentazione, prevede il coinvolgimento di tutte le scuole e delle maggiori mense aziendali, ministeriali e sanitarie cittadine per un recupero totale dei pasti. Cosi’ da trasformare lo spreco alimentare in ricchezza sociale. Per rendere Roma un po’ piu’ comunita’ partecipe delle problematiche dei cittadini piu’ disagiati grazie a una concreta rete di solidarieta’ che realizzi il principio di sussidiarieta’, conclude l’assessore.

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