Dopo la chiusura dell’impianto della danese Vestas ed il licenziamento di oltre 400 persone, l’isola e’ pronta a riaprire le porte all’industria del vento con una nuova societa’, la Sureblades
“Sai cos?e’ l’isola di Wight?” cantavano negli anni ?70 i Dik Dik e a 40 anni di distanza si potrebbe rispondere: il futuro regno dell’eolico riciclabile. Si’, perche’ nella famosa isola, a meno di un anno dalla chiusura della fabbrica di turbine della danese Vestas, c?e’ in programma di aprire un altro centro di produzione proprio a pochi metri dal vecchio stabilimento. Con il significativo nome di Sureblades, come riporta oggi il quotidiano britannico Guardian, il centro sara’ gestito da un team comprendente anche ex personale Vestas e puntera’ tutto sulla produzione di un nuovo tipo pala riciclabile al 100%. Per metterla a punto la nuova societa’ ha lavorato in collaborazione con l’Universita’ di Southampton, ente certificatore della qualita’ della componentistica.
A differenza delle lame convenzionali, che impiegano una resina epossidica, Sureblades utilizzera’ un materiale che a fine ciclo vita della pala puo’ essere fuso e ritrasformato nel suddetto componente eolico. La neo societa’ si e’ gia’ aggiudicata un primo ordine per mille pezzi da 4,6 m di lunghezza dalla C&F Green Energy che verranno montati su turbine da 15kW. Sean McDonagh, di Sureblades, ha definito il progetto un “faro di luce” per coloro che sono stati coinvolti nella chiusura degli impianti Vestas lo scorso agosto. La vicenda aveva visto 425 dipendenti licenziati nonostante la campagna di sostegno e la lunga protesta. La societa’ prevede di riassumere oltre 40 dipendenti entro i prossimi due anni e spera di essere pienamente operativo gia’ entro settembre di quest’anno.
L’isola di Wight riapre la produzione eolica con pale riciclabili
Dopo la chiusura dell’impianto della danese Vestas ed il licenziamento di oltre 400 persone, l’isola e’ pronta a riaprire le porte all’industria del vento con una nuova societa’, la Sureblades “Sai cos?e’ l’isola di Wight?” cantavano negli anni ?70 i Dik Dik e a 40 anni di distanza si potrebbe rispondere: il futuro regno dell’eolico […]