L’Europa può risparmiare emissioni e traffico grazie ai porti italiani

Una delegazione italiana di europarlamentari Pdl, Pd e Idv si è recata a Strasburgo per chiedere all’Europa di non cancellare dalle priorità infrastrutturali il corridoio Berlino – Palermo, che, trai diversi progetti collaterali, prevedeva anche la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina.   Il mondo politico è infatti preoccupato che lo spostamento dell’asse europeo verso […]

Una delegazione italiana di europarlamentari Pdl, Pd e Idv si è recata a Strasburgo per chiedere all’Europa di non cancellare dalle priorità infrastrutturali il corridoio Berlino – Palermo, che, trai diversi progetti collaterali, prevedeva anche la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina.

 
Il mondo politico è infatti preoccupato che lo spostamento dell’asse europeo verso est – ovest porti a sminuire la centralità commerciale dei porti italiani. Sempre per questa ragione, nei prossimi giorni è previsto un incontro tra il vice Ministro dei Trasporti, Roberto Castelli, e José Manuel Barroso, presidente della Commissione Europea; incontro che dovrebbe chiarire definitivamente il quadro delle priorità che l’Europa seguirà nei prossimi investimenti.
 
In realtà, nonostante i tentativi della classe politica italiana, sembra che la comunità europea abbia già deciso su quali linee di sviluppo valga la pena puntare: è di soli pochi mesi fa la decisione di rielaborare la strategia in merito ai corridoi europei, togliendo il Ponte sullo Stretto dall’elenco delle opere prioritarie.
Il vicepresidente vicario del Parlamento, Gianni Pittella, Pd, e il capogruppo Pdl, Mario Mauro, hanno a questo proposito avanzato dure critiche all’elaborato delle commissioni tecniche Ue, accusandole di privilegiare con tale riassetto infrastrutturale le regione europee del centro-nord a discapito del Sud Italia.
E l’eurodeputato Vito Bonsignore, Pdl, si spinge oltre, ipotizzando una “discriminazione” nei confronti della Regione Sicilia: «si vuole tagliare fuori la piattaforma della Sicilia per evitare di fare concorrenza ai porti del Nord Europa».
 
E a prescindere dal progetto del Ponte sullo Stretto, che indipendentemente dalle intenzioni europee non ha mai convinto gli ambientalisti, a causa della carenza di infrastrutture di base nelle due regioni da collegare, Sicilia e Calabria, e ancor prima, a causa dell’elevato costo ecologico dell’opera, c’è una prospettiva che va presa in considerazione: nel Mediterraneo, secondo quanto ricordato dai deputati, passa un terzo del commercio marittimo mondiale, con navi che poi impiegano altri sei giorni per arrivare ad Amburgo e Rotterdam.
 
In quest’ottica, rivitalizzare i porti italiani permetterebbe un taglio di cinque giorni nei tempi di trasporto, con conseguente riduzione di traffico e inquinamento.

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