L’assurdo spreco delle chiese napoletane: meraviglie architettoniche in degrado

Tra le varie opzioni che l’umanità ha di sprecare, ci sono anche i tesori del passato. Accade a Napoli, nel centro storico, area patrimonio dell’Unesco, cioè patrimonio dell’Umanità: duecento chiese chiuse, sprecate. Gioielli spesso abbandonati, dimenticati, depredati, in rovina, a volte addirittura pericolosi. Monumenti al degrado e allo spreco visto che per anni, per il […]

Tra le varie opzioni che l’umanità ha di sprecare, ci sono anche i tesori del passato. Accade a Napoli, nel centro storico, area patrimonio dell’Unesco, cioè patrimonio dell’Umanità: duecento chiese chiuse, sprecate. Gioielli spesso abbandonati, dimenticati, depredati, in rovina, a volte addirittura pericolosi. Monumenti al degrado e allo spreco visto che per anni, per il recupero di alcuni di loro, sono stati stanziati milioni di euro. Soldi spesso risultati mai spesi. O castelli di ferro, impalcature ormai definitive il cui affitto non è certo gratuito. Senza contare restauri in corso da oltre 30 anni che non hanno mai consentito l’apertura al pubblico delle chiese, come nel caso di Sant’Agostino alla Zecca o della chiesa di Sant’Aniello a Caponapoli, ristrutturata per decine di anni, inaugurata l’anno scorso ma perennemente chiusa. Ecco qui la videoinchiesta del corriere.it.

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