Tutti sanno che i cetrioli biologici spagnoli sono
ottimi e innocui, come quasi tutta la frutta e la
verdura che si vende e si mangia sul nostro pianeta.
Il problema è che il dubbio alla ine ha attecchito,
scatenando un’ondata di panico nei
mercati e un diicile caso diplomatico. L’unica
cosa certa è che un batterio se ne va in giro a uccidere
la gente e non si riesce ancora a capire
quale sia la sua origine.
La minaccia del batterio “assassino” E. coli
enteroemorragico è un caso emblematico, e dimostra
ino a che punto le nostre società sovrainformate
fanno confusione tra rischi e probabilità.
Nonostante tutte le precauzioni prese dalle
autorità sanitarie, a un certo punto l’opinione
pubblica si è convinta che i cetrioli spagnoli dovessero
per forza essere colpevoli. Le voci hanno
fatto il resto. Poi il 5 giugno la Germania ha spostato
i sospetti sui germogli biologici da insalata,
ma il pomeriggio del 6 giugno le prime analisi
hanno dato esito negativo.
Per deinizione le contaminazioni generano
paura, evocando epidemie incontrollabili che la
società industriale favorisce con i suoi metodi di
produzione. Tuttavia, è anche vero che molti dei
procedimenti cosiddetti artigianali sarebbero
altrettanto pericolosi, se non di più, nel caso in
cui fossero usati su larga scala. Basta che ci sia un
problema in una singola fattoria biologica per
difondere l’idea che il ritorno al buon vecchio
letame è una regressione dal punto di vista sanitario,
dimenticando che proprio l’uso del letame
e quello dei fertilizzanti ci hanno salvato dal lagello
delle carestie a ripetizione.
Ascoltare la scienza
In realtà stiamo perdendo di vista un fatto essenziale:
la vita è un processo che comporta dei rischi,
la biologia è inventiva, generosa e allo stesso
tempo assassina. Ogni coltura agricola, piccola
o grande che sia, biologica o meno, può essere
contaminata per negligenza o semplice sfortuna.
E non c’è dubbio che nuovi e imprevedibili
ceppi di batteri assassini continueranno a fare la
loro comparsa.
La buona notizia è che siamo in grado di comprendere
la natura del pericolo e capaci di mettere
in guardia i consumatori e le potenziali vittime.
La cattiva notizia è che l’essere umano è irrazionale
per natura davanti al rischio per la salute,
ascolta distrattamente la scienza e cerca risposte
semplici a problemi che gli scienziati deiniscono
complessi e incerti.
Fonte: Internazionale