La rivoluzione verde sbarca in porto

Banchine elettrificate, “navi con la spina” e fotovoltaico sono termini entrati da poco nel glossario dello shipping italiano. O meglio: si sapeva della loro esistenza perche’ l’argomento suscitava interesse, ma restava confinato nelle stanze ovattate dei convegni organizzati ciclicamente dal cluster marittimo. In Italia, e’ evidente, le “rivoluzioni” non sono mai piaciute. Soprattutto, in un […]

Banchine elettrificate, “navi con la spina” e fotovoltaico sono termini entrati da poco nel glossario dello shipping italiano. O meglio: si sapeva della loro esistenza perche’ l’argomento suscitava interesse, ma restava confinato nelle stanze ovattate dei convegni organizzati ciclicamente dal cluster marittimo. In Italia, e’ evidente, le “rivoluzioni” non sono mai piaciute. Soprattutto, in un mondo cristallizzato come quello marittimoportuale, dove i cambiamenti sono da sempre ostacolati. Lo dimostrano le annose battaglie sui dragaggi dei fondali, i cui lavori non partono e quando partono diventano ostaggio di veti incrociati che di fatto li bloccano ad oltranza, mettendo a repentaglio la competitivita’ dei nostri porti.
Ora, qualcosa si muove: seppure in ritardo rispetto al resto del mondo occidentale, la “rivoluzione verde” inizia a lambire anche le banchine dei porti italiani. Non molti, per la verita’: ad oggi, solo alcuni scali, da Civitavecchia a Venezia, dalla Spezia a Genova, hanno stretto un’intesa con Enel intraprendendo, con tempistiche diverse, la strada ecologica alla stregua di importanti porti internazionali: Los Angeles, Juneau e Seattle (Usa), Vancouver (Canada), Goteborg (Svezia), Lubecca (Germania), Zeebrugge (Belgio) e tre scali in Finlandia. Realta’ che hanno sperimentato da anni con successo lo sviluppo di fonti rinnovabili come il solare e l’eolico, l’adozione di sistemi di illuminazione a led basso consumo e, in generale, il miglioramento dell’efficienza dei sistemi energetici dei porti.
Il primo a vedere questa importante trasformazione sara’ Civitavecchia, ma ad esso seguiranno anche Venezia, La Spezia e Genova sperando che, dopo, anche tutti gli altri si adegueranno. Ma in cosa consiste questa conversione? Il sistema piu’ innovativo si chiama “cold ironing”, un meccanismo attraverso il quale le navi vengono alimentate da terra, permettendo lo spegnimento dei motori ausiliari di bordo. Non solo la nave, ma tutta la banchina sara’ elettrificata, e questa elettricita’ non proverra’ dalle centrali a carbone o a petrolio, ma tutta o in gran parte, sara’ generata dalle rinnovabili, con solare ed eolico in testa. Sulle banchine infatti sara’ posta una centrale fotovoltaica, gestita da Enel, che servira’ per il trasporto di terra dei bus elettrici e per l’illuminazione; appena fuori dall’area portuale, invece, verranno installate delle pale eoliche che forniranno il restante fabbisogno energetico per le navi e tutto il resto.
Bisogna considerare che questi porti accolgono sia navi da turismo che navi merci, e si puo’ immaginare in un anno quanti mezzi fanno tappa in questi quattro scali italiani. Basti pensare che solo lo scorso anno il porto di Venezia ha movimentato 1,9 milioni di turisti, per avere una vaga idea dei numeri di cui si sta parlando. I benefici, oltre al risparmio energetico, saranno per la maggior parte di natura ambientale. Il “cold ironing” permette un abbattimento del 30% dell’anidride carbonica e del 95% degli ossidi di azoto, a cui si aggiunge l’azzeramento dell’inquinamento acustico. Questi i numeri ufficiali: in dieci ore di sosta le emissioni si riducono da 72,20 a 50,16 tonnellate di anidride carbonica, da 1,47 a 0,04 tonnellate di ossido di azoto e da 1,23 a 0,04 tonnellate di ossido di zolfo.
A Civitavecchia l’impianto e’ gia’ quasi completato. La centrale fotovoltaica e’ pronta, e manca da ultimare solo quella eolica. Per Venezia, La Spezia e Genova c’e’ da aspettare ancora un po’, ma i progetti sono stati avviati. In particolare, nel porto ligure il “cold ironing a energia alternativa” prevede l’installazione di impianti fotovoltaici e una dozzina di pale eoliche da 1,5 Megawatt di potenza per ricaricare le navi attraccate alla banchina.
Se il tipo di alimentazione nelle banchine e’ la principale caratteristica dei porti verdi, ci sono pero’ altre iniziative che verranno prese per ridurre le emissioni inquinanti. Infatti, i protocolli d’intesa ? firmati due mesi fa da Enel con le Authority di Venezia e La Spezia e presentati a febbraio in Laguna in occasione della prima edizione di “Energy for Green Ports”, forum internazionale sulle tecnologie e le soluzioni ecosostenibili per i porti ? prevedono la sostituzione delle lampadine ad incandescenza per il sistema di illuminazione con il Led, infinitamente piu’ efficiente, ed il miglioramento del sistema energetico e di trasporto del porto.
Quella del “cold ironing” e’ una soluzione ambientale che, per motivi di costi, non suscita grande entusiasmo tra gli armatori ai quali, peraltro, gia’ all’inizio di gennaio e’ stato imposto l’uso di combustibile con tenore di zolfo allo 0,1% durante la sosta in porto, con conseguente incremento di spesa a causa della maggiore onerosita’ del combustibile e della necessita’ di predisporre una doppia cisterna.
Il malessere degli armatori e’, pero’, solo un lato della medaglia. L’altro lo ha evidenziato Gabriella Chiellino, ceo di eAmbiente Srl, in occasione del forum “Energy for Green Ports”. E ora lo ribadisce: Noi da anni siamo ormai attivamente impegnati nel settore e seguiamo in particolare lo sviluppo e l’analisi degli impatti ambientali di darsene e porti. A riguardo, le maggiori problematiche di tali strutture sono legate ai consumi energetici, alla gestione operativa e alle emissioni generate dalle imbarcazioni. L’elettrificazione costituisce sicuramente una soluzione cui dover puntare, tuttavia attualmente gli elevati costi non ne consentono la sua realizzazione nel breve periodo. La Chiellino sottolinea che sarebbe, invece, piu’ facilmente concretizzabile intervenire sui motori delle imbarcazioni rendendoli ibridi, al fine di andare nella direzione della riduzione delle emissioni di CO2 in ottemperanza a quanto disposto dalle direttive europee. Le Autorita’ portuali, con cui stiamo tra l’altro collaborando, potrebbero incidere in modo significativo per mettere in atto azioni concrete che portino alla riduzione delle emissioni di CO2.

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