Nel 2012 la Regione comprerà la stessa quantità di farmaci di quest’anno risparmiando oltre 70 milioni. «Nessun taglio, soltanto un’ottimizzazione degli acquisti per trovare nuove risorse che abbiamo un disperato bisogno di liberare dall’ambito sanitario per dirottarle su quello socio-assistenziale», spiega l’assessore regionale alla Sanità, Paolo Monferino.
L’annuncio è stato dato ieri durante la conferenza stampa cui ha preso parte anche il presidente della Regione, Roberto Cota, e il neo direttore dell’Aress, Claudio Zanon, e il presidente della società di committenza regionale cui è affidata la gestione degli appalti, Domenico Arcidiacono. La novità è che la gara quadriennale – rinnovabile e rinegoziabile ogni 12 mesi – punta su un unico punto di stazione appaltante: con un occhio alla vicina Lombardia e l’altro a criteri che richiamano quelli in uso nelle aziende private. I numeri: 2103 lotti; 110 società partecipanti (su 150-160 in Italia); 2020 miliardi l’importo presunto a base di gara per quattro anni. In particolare, sul 2012, l’importo aggiudicato è stato di 302 milioni rispetto a un importo a base di gara di 376,5 milioni (suddiviso in 1557 lotti). Il ribasso è di 74,5 milioni risparmiati, a parità di qualità dei prodotti farmacologici.
La riprova, secondo Cota, è che centralizzando gli acquisti in capo a un unico ente specializzato negli approvvigionamenti (erano 21), incentivando la concorrenza e applicando alla Sanità piemontese strategie manageriali si possono recuperare cifre a sei zeri. «Bisogna lavorare come in qualsiasi azienda che si rispetti – ha aggiunto Monferino, forte della sua carriera all’Iveco -: i “buyers” comprano alle migliori condizioni sulla base delle specifiche definite dai tecnici. La Sanità non fa eccezione». Non a caso, per la Regione, il risultato della gara appena conclusa non è un punto di arrivo ma di partenza. Ora si lavorerà per guadagnare nuovi margini di risparmio nel settore farmaceutico, che ha un costo di 800 milioni l’anno, unitamente ad altri capitoli di spesa: vedi le gare relative all’acquisto dei dispositivi medici variamente intesi, pure queste disposte con la nuova modalità.
Il condizionale è d’obbligo ma non si esclude di recuperare un altro 5%, equivalente a un risparmio di altri 100 milioni l’anno. «Tanto per rendere l’idea – è intervenuto Cota -, parliamo del costo del servizio del 118». I fronti di attacco non mancano. Delle gare abbiamo detto: comprese, in prospettiva, quelle per i materiali ortopedici. Emblematico il caso dei 720 sistemi informatici di catalogazione delle attrezzature e dei farmaci nelle Asl e negli ospedali – «roba mai vista», assicura l’assessore -, con codici e costi diversi a fronte di prodotti sovente identici o complementari.
Si prevedono risparmi anche sull’introduzione dei farmaci monodose: la prassi nei Paesi europei più avanzati; una prateria inesplorata in Piemonte e nel resto d’Italia. Altrettanto promettente, per le sue implicazioni, la centralizzazione dei magazzini dei farmaci: dagli attuali 100 a 10-20 nel giro di qualche anno, sapendo che l’obiettivo finale è ridurli ulteriormente a uno, massimo due. «Il che – spiega Arcidiacono -, implica la scelta di aree ben collegate per evitare che le risorse risparmiate grazie alla centralizzazione dei magazzini non vengano mangiate dall’aumento dei costi della distribuzione».
Una volta a regime, il modello prevede una-due strutture ad Alessandria o a Novara. Insomma: qualcosa è stato fatto, molto resta da fare per tamponare la spesa sanitaria. Ma i primi segnali sembrano incoraggianti. E questo, nonostante l’obiettivo di risparmio del 2011 non sia stato centrato completamente: poco meno di 100 milioni risparmiati a fronte dei 140 previsti. Per dirla con Cota, «in 15 anni è la prima volta che i costi della Sanità non soltanto non salgono ma si ridimensionano: siamo appena al principio».
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