La Procura contro le microcar: “Insicure”

Nuovo attacco, durissimo, contro le minicar, il più duro probabilmente da quando sono state inventate: "Sono notoriamente insicure ma l’assenza di sistemi di sicurezza, come Abs e airbag, dipendono anche da un vuoto normativo". E’ quanto ha accertato, finora, l’inchiesta della procura di Roma sulla sicurezza delle micro-macchine. Un’inchiesta condatta dai pm Laura Condemi e […]

Nuovo attacco, durissimo, contro le minicar, il più duro probabilmente da quando sono state inventate: "Sono notoriamente insicure ma l’assenza di sistemi di sicurezza, come Abs e airbag, dipendono anche da un vuoto normativo". E’ quanto ha accertato, finora, l’inchiesta della procura di Roma sulla sicurezza delle micro-macchine.

Un’inchiesta condatta dai pm Laura Condemi e Lina Cusano che ha preso spunto da alcuni incidenti mortali avvenuti nella capitale, dove circola un numero spropositato di vetturette, il 20 per cento circa del totale. Ma se le consulenze tecniche svolte su quei sinistri si sono concluse con la dichiarazione che i veicoli coinvolti erano privi di sistemi di sicurezza, da quello che sappiamo al momento non ci sono ipotesi di reato e indagati.

Entrando nel vivo dell’indagine, secondo i pm Laura Condemi e Lina Cusano, queste vetturette sono equiparate ai ciclomotori dal punto di vista normativo e le disposizioni Cee in materia non prevedono l’applicazione dei sistemi di sicurezza tipici delle auto a quattro ruote. Cose che si sapevano già, ovviamente.

Ma la vera novità – che potrebbe avere conseguenze pesanti per il settore – sta nel fatto che (indipendentemente dalle modifiche che consentono ai veicoli di superare la velocità massima prevista di 45 chilometri orari) l’indagine ha dimostrato che a fronte di un impatto con ostacoli fermi o mobili non c’è alcuna garanzia di sicurezza da parte dell’abitacolo. E se – come hanno sottolineato gli stessi pm – le case produttrici volessero dotare di i veicoli di sistemi di sicurezza, questi potrebbero scontrarsi con alcuni criteri di omologazione come, ad esempio, quello del peso dal momento che il limite per ciascun mezzo è di 350 chilogrammi. Insomma la norma è quella che è rischia di vanificare la volontà di molti costruttori di mettere in commercio veicoli più sicuri.

Probabilmente è proprio questo il passaggio chiave dell’inchiesta: si riconosce insomma che i costruttori più di così non possono proprio fare e che il problema è della norma. Già, ma allora, se la norma – europea – è la stessa in Italia è in Francia, come è possibile che da noi – dove circolano un terzo delle microcar che girano per Parigi e dintorni – ci sono il doppio degli incidenti? Mistero? Non proprio: come al soltio a ben guardare è la solita questione dei controlli e di veicoli truccati che girano liberamente come se nulla fosse.

Sul tema nel frattempo è intervenuta anche l’associazione di categoria Confindustria ANCMA – Gruppo Quadricicli, che afferma in una nota di "mettersi a completa disposizione dei pm per fornire tutte le informazioni tecniche e normative riguardanti i quadricicli, comunemente chiamati minicar, che, come si evince dalle stesse dichiarazioni dei pm riportate dalle agenzie non sono autovetture bensì ciclomotori a quattro ruote. Come tali soddisfano le normative di omologazione previste dalla comunità europea".
 

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