La plastica senza petrolio: rivoluzione vera?

Questa è una storia che ci parla di una sorta di scienziato fai da te, di un innovatore che ha provato a cambiare la nostra vita in meglio. E che, pare, ci stia riuscendo. Si chiama Marco Astorri, 43 anni, bolognese, e si è inventato una plastica totalmente biodegradabile. Una plastica che si sciolge in acqua. […]

Questa è una storia che ci parla di una sorta di scienziato fai da te, di un innovatore che ha provato a cambiare la nostra vita in meglio. E che, pare, ci stia riuscendo. Si chiama Marco Astorri, 43 anni, bolognese, e si è inventato una plastica totalmente biodegradabile. Una plastica che si sciolge in acqua. Una plastica pulita, niente petrolio.

Questa incredibile storia ce l’ha raccontata Riccardo Luna su Repubblica. Marco Astorri e il suo socio francese Guy Cicognani nella vita fanno tutt’altro, producono le micro-antennine che aprono i tornelli (Rfid), quando un giorno decidono di cercare qualcosa di nuovo. 

"La caccia al tesoro dura poco e finisce in un’università in mezzo all’Oceano Pacifico dove un gruppo di ricercatori sta sperimentando un modo per produrre la plastica con gli scarti della lavorazione delle zucchero: il melasso, sostanza che oggi ha un costo per essere smaltito ma può diventare invece la materia prima per una plastica davvero bio", racconta Luna. "Astorri e Cicognani intuiscono che quella pista è quella buona, prendono un aereo, investono la metà dei loro risparmi per comprare quel brevetto (250mila dollari), ne aggiungono una serie di altri sparsi nel mondo e in un anno sono pronti a realizzare la molecola descritta dal biologo francese Maurice Lemoigne nel lontanissimo 1926: il PHA". Il progetto va avanti in un’escalation continua e, secondo Astorri, "tra un anno il MinervPHA sarà negli occhiali da sole italiani, nei computer californiani, nei televisori coreani e persino nelle confezioni di merendine per bambini".

Sarà un italiano a reinventarsi una plastica funzionale come quella derivata dal petrolio ma completamente pulita? E, soprattutto, sarà un italiano a dare il via a una piccola grande rivoluzione? Noi speriamo di sì.

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