La più grande centrale solare del mondo

di Tiziana Moriconi   Una nuova centrale solare termoelettrica sta sorgendo nel deserto del Mojave, in California: si chiama Ivanpah Solar Electric Generating Station (Isegs) e sarà la più grande centrale a torre del mondo. L’idea e le sperimentazioni devono essere state molto convincenti se Google ha recentemente deciso di investirvi 168 milioni di dollari. […]

di Tiziana Moriconi

 

Una nuova centrale solare termoelettrica sta sorgendo nel deserto del Mojave, in California: si chiama Ivanpah Solar Electric Generating Station (Isegs) e sarà la più grande centrale a torre del mondo. L’idea e le sperimentazioni devono essere state molto convincenti se Google ha recentemente deciso di investirvi 168 milioni di dollari. In effetti, secondo le stime della start up statunitense BrightSource Energy (l’azienda promotrice del progetto), la centrale, con tre impianti, dovrebbe produrre 392 Megawatt.

E pensare che si tratta praticamente dello stesso progetto in cui l’ Italia era stata pioniera fin dagli anni ’60, grazie agli studi teorici e sperimentali del professor Giovanni Francia (Torino 1911 – Genova 1980) condotti a S. Ilario, vicino a Genova. Sulla base dei suoi risultati, il 14 aprile 1981, Eurelios, la prima centrale termoelettrica al mondo, venne costruita in Sicilia, ad Adrano: decine di specchi riflettevano la radiazione solare e la dirigevano verso un caldaia piena d’acqua posta sulla sommità di una torre; l’acqua si riscaldava a tal punto da generare vapore ad alta pressione e temperatura, che veniva poi convogliato per azionare una turbina collegata a un generatore elettrico. L’impianto aveva una potenza di 1 MWe.

Eurelios ebbe l’appoggio e il finanziamento della Comunità Europea, della Francia, della Germania e, ovviamente, dell’Italia; parteciparono al progetto diverse industrie europee, in primis l’ Enel. Nel 1985 però, terminata la sperimentazione, di Eurelios non si è fatto più nulla, e fino ad oggi l’impianto è rimasto inattivo. Come è finita? Con lo smantellamento, deciso da Enel proprio nello stesso periodo in cui gli Usa decidevano di costruirne uno simile. Poco è rimasto del nostro Eurelios: tra le parti recuperate vi è la caldaia solare (o ricevitore), donata al Museo dell’Industria e del Lavoro (Musil) grazie all’intervento del Gruppo per la storia dell’energia solare (Gses).

La BrightSource Energy ha già sperimentato il suo progetto presso il Solar Energy Development Center nel deserto Negev, in Israele. Secondo I calcoli, l’elettricità generata dai tre impianti in California (il cui completamento è previsto per il 2013) sarà sufficiente a coprire il fabbisogno energetico di 140mila famiglie durante le ore di maggior consumo. Non solo: l’impianto ridurrà le emissioni di anidride carbonica di oltre 400mila tonnellate l’anno. 

 

 

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