La nube che non deve far paura e i veri rischi della radioattività

di Remuzzi Giuseppe ________________________________________ LA NUBE CHE NON DEVE FAR PAURA E I VERI RISCHI DELLA RADIOATTIVITÀ Dieci giorni dopo il terremoto che ha provocato 1"incidente nelle centrali nucleari in Giappone, la radioattività si sta diffondendo nell’atmosfera e presto arriverà dappertutto. La nube è già arrivata in California, raggiungerà le coste dell’Atlantico e poi l’Europa. […]

di Remuzzi Giuseppe

________________________________________

LA NUBE CHE NON DEVE FAR PAURA E I VERI RISCHI DELLA RADIOATTIVITÀ Dieci giorni dopo il terremoto che ha provocato 1"incidente nelle centrali nucleari in Giappone, la radioattività si sta diffondendo nell’atmosfera e presto arriverà dappertutto. La nube è già arrivata in California, raggiungerà le coste dell’Atlantico e poi l’Europa. Dopo aver percorso migliaia di miglia, le particelle — soprattutto iodio 131 e cesio 137 — si sono diluite enormemente. C’è pericolo perla salute? Per gli eroi che hanno lavorato intorno ai reattori certamente sì. Lì la radioattività raggiungeva 40o millisievert per ora (essere esposti a loo msv in un anno basta per ammalarsi di tumore). In California al passaggio della nube che viene dal Giappone i rilevatori di materiale radioattivo hanno trovato picchi di iodio e cesio più alti del normale, ma comunque molti milioni di volte inferiori ai livelli di guardia. Quando arriverà in Europa la nube sarà ancora più diluita. Pericoli per la salute? Nessuno. Tanto più che radioattività ce n’è dappertutto. Viene dallo spazio e poi da materiali radioattivi che sono ovunque, sulla terra, nell’aria e persino nell’acqua. Ciascuno di noi è esposto in media a 3 msv per anno ma in certe aree geografiche e dove c’è molto radon per esempio si può arrivare a 200 volte di più. Una Tac, che tanti fanno a cuor leggero, ci espone a 12 msv in un colpo solo e c’è chi ne fa più di una all’anno di queste radiografie con l’idea che più esami si fanno, più si possono prevenire le malattie. Senza accorgersi di ricevere così molta, ma molta più radioattività di quanta ne possa venire dal Giappone. E chissà che non siano proprio gli stessi che ora vorrebbero procurarsi a peso d’oro contatori Geiger da collegare al proprio computer per essere loro arbitri del proprio destino («chi si fida di quello che ci raccontano»). Non va bene né l’una né l’altra cosa. Primo perché per rilevare piccole quantità di radioattività diluite in enormi masse d’aria ci vogliono strumenti particolari e le misure sono affidabili solo se fatte in laboratori speciali. E poi perché i dati forniti dalle agenzie governative in campo di misura della radioattività sono sempre estremamente affidabili (qui le bugie hanno davvero le gambe corte: i dati dei diversi Paesi ciascuno li può confrontare e gli scienziati i loro risultati li pubblicano sempre, e ancora di più se si tratta della salute della gente).

 

 

Torna in alto