La Germania di Angela Merkel non vuole solo restare la locomotiva economica d’Europa: è decisa anche a diventare il paese di punta per lo sviluppo, la produzione, la diffusione a casa e l’export di auto elettriche. Il paese che nel mondo delle quattro ruote è simbolo per eccellenza delle vetture di qualità e di alte prestazioni anche nella produzione di massa lancia, per iniziativa della cancelliera, una vera e propria rivoluzione culturale per restare primi della classe nell’automobile anche nell’èra del dopo-petrolio.
Con investimenti sia statali sia dell’industria, con norme e leggi che incoraggeranno l’uso di auto elettriche e sostanziali sgravi fiscali per chi le acquista, Berlino vuole diventare prima nel mondo nel settore, e cambiare le abitudini dell’automobilista tedesco medio: deve imparare a preferire l’auto elettrica in nome dell’ambiente e della sostenibilità energetica. Di qui al 2020, secondo il piano che Angela Merkel ha illustrato ieri lunedì nella capitale insieme a responsabili dei big del comparto, dovranno circolare almeno un milione di auto elettriche nella Repubblica federale. Insomma, dopo la svolta a sinistra su welfare e integrazione imposta al suo partito, dopo lo strappo con la scelta dell’addio il più veloce possibile al nucleare civile, ‘Angie’ Merkel lancia un’altra rivoluzione culturale e strutturale della società tedesca e del modo di pensare dei conservatori europei.
"Il nostro paese – ha detto la cancelliera- nel futuro
deve essere al vertice nel mercato globale delle auto elettrica: il miglior produttore e fornitore". Ha aggiunto al suo fianco Henning Kagermann, ex numero uno del colosso del software Sap e ora presidente della Npe, l’agenzia nazionale per l’elettromobilità: "E’ chiaro a tutti che l’elettromobilità saprà imporsi, e sarà una storia di successo per la nostra economia".
Pian piano, ma neanche poi tanto piano, insomma, gli automobilisti tedeschi dovranno imparare a disaffezionarsi alle loro poderose 12 cilindri e preferire auto elettriche, le quali però dovranno comunque offrire le migliori prestazioni possibili e piacere di guidare. E la clientela di tutto il mondo, sperano la Merkel, la Npe e i big dell’auto made in Germany, potrà preferire auto elettriche tedesche a quelle della concorrenza francese, americana, asiatica. Il gap con Usa, Francia, Giappone va colmato al più presto. Anche grazie all’alleanza strategica con la Cina, che sta diventando lo specialista nella progettazione e produzione in massa di batterie e cellule d’energia per le auto elettriche e già ha stretto intese con Volkswagen e Mercedes.
Ma con quali politiche e strumenti riuscirà la rivoluzione dell’auto elettrica a Berlino? Ecco i principali punti del piano del governo Merkel, della Npe e dei produttori d’auto:
1 – La ricerca e sviluppo delle nuove tecnologie. Entro il 2013 il governo investirà un miliardo di euro.
2 – Gli investimenti delle aziende. I produttori del comparto sono decisi a investire a breve circa 17 miliardi di euro nello sviluppo e produzione di auto elettriche made in Germany.
3 – Gli incentivi fiscali: primo, chi compra un’auto elettrica di qui al 2015 sarà esentato per dieci anni dal pagamento della tassa di circolazione. Inoltre, la tassazione sarà diversificata anche per le auto di servizio dei poteri pubblici o delle aziende. Inoltre chi usa l’auto elettrica come seconda auto potrà immatricolarne una sola delle due e non entrambe.
4 – Privilegiare la circolazione di auto elettriche: i comuni dovranno permettere a chi guida un’auto elettrica di viaggiare sulle veloci corsie preferenziali riservate ad autobus e taxi, che in Germania ovviamente sono rispettate molto più che non altrove e quindi consentono ben altre velocità effettive di spostamento.
5 – L’aiuto all’uso dell’auto elettrica: parcheggi gratuiti e garanzia di posto per il parcheggio nei centri urbani se guidi un’auto elettrica.
6 – Gli aiuti all’industria e alla clientela: gli investimenti nell’auto elettrica e l’acquisto di auto elettriche saranno agevolati concrediti a basso tasso della KfW, la banca pubblica per l’aiuto all’economia.
7 – Le prospettive per l’occupazione. Berlino calcola che lanciandosi decisa nella produzione delle auto del dopo-petrolio potrà creare a breve trentamila nuovi posti di lavoro, un totale pari a circa un terzo dei dipendenti Volkswagen in Germania.
Fin qui il piano governativo. Restano incognite e difficoltà: dai problemi progettuali per le auto elettriche, alla loro autonomia, cruciale per un popolo di grandi turisti in auto come i tedeschi. O problemi relativi alla scarsa diffusione di prese elettriche o colonnine di rifornimento di elettricità. Ma anche su questo terreno, il governo si sta muovendo in accordo con i produttori d’energia. Per l’auto made in Germany, che già oggi nell’autunno dell’epoca del motore a combustione interna è punto di riferimento e concorrente più temuto per ogni produttore, l’èra del dopo-petrolio sta già cominciando alla grande. Con l’appoggio e visioni strategiche da parte del potere politico, il centrodestra illuminato di ‘Angie’ Merkel, e con l’appoggio esterno indiretto dei Verdi, il più dinamico partito d’opposizione.