La manovra arriva al Senato, nel deserto

Un decreto legge da 45,5 miliardi di euro in tre anni. Il pareggio di bilancio previsto in Costituzione. Trentasette province tagliate, migliaia di comuni accorpati, misure che rivoluzioneranno il diritto del lavoro, come la contrattazione aziendale che potrà derogare su alcuni punti persino all’art.18 dello Statuto dei Lavoratori. Eppure oggi il testo della manovra economica […]

Un decreto legge da 45,5 miliardi di euro in tre anni. Il pareggio di bilancio previsto in Costituzione. Trentasette province tagliate, migliaia di comuni accorpati, misure che rivoluzioneranno il diritto del lavoro, come la contrattazione aziendale che potrà derogare su alcuni punti persino all’art.18 dello Statuto dei Lavoratori. Eppure oggi il testo della manovra economica è stato incardinato nell’aula semideserta del Senato.

I NUMERI – Erano presenti solo 11 senatori (7 dell’opposizione e 4 della maggioranza) su 315. Per il Pd erano in aula Mariangela Bastico, Carlo Pegorer, Lionello Cosentino. Per l’Idv c’erano Stefano Pedica e Luigi Li Gotti; Maria Ida Germontani per il Terzo Polo. Invece i senatori del Pdl erano quattro: Anna Cinzia Bonfrisco, Giacomo Santini, Paolo Barelli e Raffaele Fantetti. La settimana prossima il testo della manovra varato dal governo durante il Consiglio dei ministri del 13 agosto sarà all’esame delle commissioni Affari costituzionali e Bilancio. Il testo arriverà poi in aula il 5 settembre ma tutto l’iter sarà definito, come ha sottolineato il vicepresidente del Senato, Vannino Chiti, da una conferenza dei capigruppo che sarà convocata la prossima settimana.

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