La doppia piramide alimentare: quando la dieta (sana!) fa bene anche all’ ambiente

Le protezioni dell’ambiente e della salute umana dipendono sempre di piu’ dai nostri consumi e dalle nostre scelte alimentari. E’ quanto e’ emerso nell’ambito del convegno “Alimentazione e Ambiente” della Barilla Center for Food and Nutrition in cui, alla presenza di luminari del settore (da Rifkin ad Andrea Boltho, docente presso l’Universita’ di Oxford, a […]

Le protezioni dell’ambiente e della salute umana dipendono sempre di piu’ dai nostri consumi e dalle nostre scelte alimentari. E’ quanto e’ emerso nell’ambito del convegno “Alimentazione e Ambiente” della Barilla Center for Food and Nutrition in cui, alla presenza di luminari del settore (da Rifkin ad Andrea Boltho, docente presso l’Universita’ di Oxford, a Mathis Wackernagel, presidente del Global Footprint Network) e’ stata presentata la “Doppia Piramide Alimentare” che mette in relazione, per ogni singolo alimento di cui e’ composta la nostra variegata dieta, l’apporto nutrizionale e l’impronta ecologica dello stesso prodotto calcolata nel suo intero arco di vita (dalla coltivazione/estrazione delle materie prime, alla lavorazione, al trasporto, alla distribuzione e allo smaltimento degli scarti) in relazione, prevalentemente, ai parametri di emissioni di gas serra, consumo di acqua dolce e sfruttamento del suolo.

In questo modo, si e’ potuto osservare che gli alimenti per i quali si consiglia un consumo piu’ frequente (frutta e verdura di stagione, ad esempio) sono proprio quelli che producono l’impatto minore sull’ecosistema facendo facilmente coincidere gli aspetti – apparentementi slegati fra loro – di benessare/salute e tutela dell’ambiente.

Secondo i riusultati emersi durante l’incontro, ad esempio, il consumo d’acqua giornaliero di una dieta ben equilibrata ricca di frutta, verdura e legumi, sarebbe compreso tra 1.500-2.600 litri complessivi, contro gli oltre 4.000/5.400 litri previsti per un’alimentazione troppo sbilanciata a favore della carne, in quanto necessari per ingrassare gli animali dalla nascita fino al momento della macellazione? Eppure, lamentano i presenti, non mancano le resistenze da parte di un’opinione pubblica sempre piu’ restia a modificare abitudini alimentari scorrette e spesso sedimentate nel tempo. L’unica modalita’ attraverso la quale si potrebbe assitere ad un mutamento sostanziale di questo atteggiamento, reo di aumentare l’incidenza di obesita’ e malattie cardiovascolari nella popolazione mondiale, potrebbe essere costituita dalla tassazione, realizzata in modo da penalizzare certi consumi a vantaggio di altri, fa sapere Andrea Boltho, noto docente di economia presso l’Universita’ di Oxford?.

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