Paghereste le rate di un’automobile che non userete mai e che non vi serve? Certo che no. E se invece di un concessionario fosse Equitalia a presentarvi la cartella esattoriale per un servizio che non avete mai ricevuto e che addirittura pagate privatamente? È quello che è successo a Vincenzo Famiglietti e agli utenti del Consorzio di bonifica dell’Ufita, nell’avellinese.
Vincenzo ci ha scritto una lettera e ha chiesto a Nonsprecare di denunciare il prelievo fiscale a cui i consorziati sono soggetti, a sua detta, in modo illegittimo. Uno spreco di risorse dei cittadini che in tempi di crisi puzzerebbe di delitto al patrimonio dei singoli, qualora fosse accertato.
La testimonianza
Vincenzo Famiglietti è un cittadino impegnato: è vicesindaco del comune avellinese di Carife, senza ricevere alcuno stipendio. Ecco cosa ci ha scritto: «Noi abitanti che ricadiamo nel territorio del Consorzio di bonifica della Valle Ufita, oltre alle tasse normali, come l’Imu o la spazzatura, veniamo tassati dal suddetto consorzio anche da un contributo di depurazione sulle nostre case. Oltre al danno anche la beffa: non solo non abbiamo fognature e quindi paghiamo i contratti annuali con le ditte specializzate negli espurghi, ma il consorzio vuole un contributo di depurazione sui nostri immobili pur loro non avendo nessun impianto di depurazione». E non è tutto. Vincenzo, da noi contattato, rincara la dose di accuse: «Da noi consorziati pretendono inoltre un contributo per la manutenzione della loro rete idrica, anche se non usufruiamo dell’acqua per irrigare, ma basta che un terreno sia attraversato dalla rete perché loro pretendano il contributo di manutenzione». A quanto ammonta il pagamento dei due contributi (depurazione e irrigazione)? «Mediamente tra i 50 e i 150 euro l’anno. Ma io ne pago 400 e conosco anche chi ne sborsa 900. E i consorziati sono almeno 15mila».
La replica
Sarà vero? Può un ente pubblico imputare una spesa per un servizio che non svolge? Abbiamo contattato gli uffici del Consorzio di bonifica dell’Ufita che al riguardo ci hanno risposto: «I ruoli vengono formati in base a un’attività complessa e gli indici di beneficio vengono calcolati in base al beneficio di cui fruiscono i singoli immobili e in base ai benefici di cui fruiscono». Tradotto, significa che in teoria ciò non è possibile: uno paga proporzionalmente a quanto riceve in termini di servizi. Eppure, Vincenzo ha le famigerate “carte” che provano quanto dice. «Altrimenti come avrei fatto a denunciare questo spreco? Insieme ad una cinquantina di consorziati abbiamo presentato un ricorso cumulativo nel 2009 davanti alle Commissioni tributarie di Avellino che, pur senza darci mai torto, hanno dichiarato di essere incompetenti e ci hanno mandato davanti ai Giudici di pace che a loro volta si sono dichiarati incompetenti: adesso proporremo ricorso davanti alla magistratura ordinaria».
La paura
Nel frattempo, però, gli anni passano. «Mentre seguiamo la nostra battaglia – prosegue Famiglietti – continuano ad arrivare le cartelle di Equitalia, anche nel 2012. E la gente teme Equitalia e l’eventuale inasprimento dell’agenzia vista la nostra opposizione, sennò sono sicuro che sarebbero tanti i ricorrenti che si unirebbero a noi». Può far paura Equitalia come se si trattasse dello sceriffo di Nottingham o di un qualsiasi estorsore? Certo, un po’ di paura viene anche a noi quando abbiamo posto agli uffici del Consorzio lo stesso dubbio che ci aveva presentato Vincenzo: visto che esiste ormai un’Autorità di bacino che ha funzioni simili al Consorzio, a cosa serve quest’ultimo? «Sono cose diverse: il Consorzio salvaguardia l’equilibrio idrogeologico dell’area, noi siamo un ente strumentale della Regione». E di cosa si occupa allora l’Autorità di bacino dei fiumi Liri, Gagliano e Volturno, che sovrintende anche la vostra area? «Noi non sappiamo di cosa si occupa l’Autorità del Bacino». Cosa vuol dire “non lo sapete”? «Non lo sappiamo: è come se al comune chiedessi di cosa si occupa la provincia». Ma naturalmente il comune deve sapere esattamente di cosa si occupa la provincia, sennò rischiano di fare la stessa cosa. In ogni caso, rispondiamo noi: l’Autorità di bacino suddetta ha come prima funzione “la mitigazione del rischio idrogeologico”. È bastato visitare il sito dell’ente, alla voce “Finalità e funzioni”. Ma non è uno spreco tipicamente italiano avere due enti che hanno la stessa priorità nello stesso territorio?