Isernia, l’auditorium degli sprechi da 5 a 55 milioni e resterà incompiuto

Tra le opere pubbliche finanziate per le celebrazioni dell’Unità d’Italia, c’è un monumento allo spreco: è l’Auditorium di Isernia. La struttura doveva costare – secondo un appalto bandito nel 2005 dall’amministrazione locale – cinque milioni di euro. Invece, i costi sono lievitati incredibilmente fino ad arrivare a 55 milioni di euro. Per lo stesso, identico, […]

Tra le opere pubbliche finanziate per le celebrazioni dell’Unità d’Italia, c’è un monumento allo spreco: è l’Auditorium di Isernia. La struttura doveva costare – secondo un appalto bandito nel 2005 dall’amministrazione locale – cinque milioni di euro. Invece, i costi sono lievitati incredibilmente fino ad arrivare a 55 milioni di euro. Per lo stesso, identico, progetto. Una montagna di soldi per realizzare un complesso faraonico: 35 mila metri quadrati coperti (l’ex stadio comunale) con quasi tremila posti a sedere tra cinema, anfiteatro e sala principale. Tutto per una cittadina di appena ventimila abitanti.

E quest’opera non sarà nemmeno completata, rimarrà incompiuta. Lo Stato ha già speso 31 milioni di euro e non ha più risorse per questa voce di bilancio. Specie da quando è scoppiato lo scandalo degli appalti che ha travolto il dipartimento delle Opere Pubbliche del Ministero e la Protezione Civile: tra G8, mondiali di nuoto e (appunto) i lavori per l’unità d’Italia. Già, perché l’Auditorium di Isernia il balzo clamoroso nei conti dello Stato  –  da una spesa di 5 milioni a 55 milioni di euro  –  lo ha fatto in un momento preciso: quando l’opera è stata inserita (nel 2007) nell’elenco dei lavori "urgenti" per le celebrazioni dell’Unità d’Italia, ovvero nei cantieri dei "grandi eventi", curati direttamente dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, attraverso ordinanze di Protezione Civile.

E’ stata gestita, quindi – come le altre – senza rispettare il codice degli appalti pubblici, seguendo invece la regola della "emergenza". A prendersi "cura" del cantiere molisano è Fabio De Santis, nominato, all’epoca, responsabile unico del procedimento su incarico del Governo. Lo stesso Fabio De Santis poi travolto  –  appunto – dallo scandalo del G8, che ha visto coinvolti anche altri "attori" presenti sempre nella vicenda dell’Auditorium faraonico. Scorrendo gli altri nomi responsabili di questa mastodontica opera pubblica c’è anche Mauro Della Giovampaola, coordinatore dei lavori dell’Auditorium (anche lui arrestato per gli appalti della protezione civile). Accanto al suo, c’è anche il nome di Riccardo Micciché, anche lui finito nello stesso scandalo. Scrivono di quest’ultimo i Ros di Firenze per la vicenda G8: "il fratello di Riccardo Micciché, Fabrizio, è responsabile tecnico della ditta "Giusylenia srl", impresa sotto il controllo di esponenti della Cosa nostra agrigentina, accusata di aver favorito la latitanza di Giovanni Brusca e dunque sotto il tallone di Bernardo Provenzano".

E non è tutto. A Isernia, ad inaugurare l’opera in occasione del centocinquantesimo anno dall’unità d’Italia sarebbe dovuto arrivare il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Ma non andrà così. Sarà completato solo il primo lotto "entro dicembre" promette Nicola Barone, responsabile tecnico della struttura ministeriale incaricata dal Governo. Barone è arrivato dopo lo scandalo alla Ferratella e si è ritrovato a gestire quella che lui stesso chiama "una patata bollente". "L’unica opera collegata alle celebrazioni dell’unità d’Italia che non riusciremo a terminare è proprio l’Auditorium di Isernia. Abbiamo ereditato una situazione difficile, complessa… Il Governo ha già stanziato 30 milioni di euro e al momento non ha altre disponibilità. I soldi non ci sono. Senza l’aiuto degli enti locali che ancora non impegnano le loro risorse ci dobbiamo fermare. Però completeremo almeno la sala dell’Auditorium per consentire una parziale fruizione della struttura che sarà aperta a dicembre. Sistemeremo anche la facciata. Il resto, il secondo blocco, i negozi, il cinema, l’anfiteatro, la galleria… Si dovranno aspettare tempi migliori".

All’obiezione dei costi  –  per lo tesso progetto – passati da cinque a cinquantasei milioni di euro, Barone è perentorio. "Ciò attiene a ciò che è successo prima del nostro arrivo  –  dice  –  quindi non posso risponderle. Sono a conoscenza di un bando comunale, un concorso per la progettazione che prevedeva che l’opera costasse cinque milioni… Quello che so è che poi lo stesso Comune ha attivato i primi rincari…". Solo alla Ferratella, negli uffici del ministero, però il costo dell’Auditorium ha toccato quota 55 milioni. "Si può invece legittimamente dire che l’opera è eccessiva per un piccolo comune come Isernia  –  spiega Barone  –  ma queste sono scelte politiche…. C’è una commissione che ha valutato i progetti… Presidenza del Consiglio, Quirinale… Noi abbiamo provveduto cercando di chiudere il lotto dei lavori aperto e ridurre al minimo le spese". E l’anniversario dell’unità d’Italia si chiuderà a dicembre con la celebrazione (e inaugurazione) di un monumento allo spreco di denaro pubblico. Nuovo di zecca.

Torna in alto