Rispetto per l’ambiente, risparmio energetico, una dieta a base di cibi sani e di stagione. Se non volete perdere le buone abitudini neanche in vacanza, l’eco-albergo fa al caso vostro.
In Italia sono 365 le strutture turistiche che si fregiano del marchio di qualita’ di Legambiente. Si tratta di alberghi, bed and breakfast, villaggi turistici, agriturismi, campeggi, residence, case vacanze e stabilimenti balneari. Ce n’e’ per tutte le tasche, insomma. E per tutti i gusti, o quasi: gli eco-alberghi si trovano in 16 regioni italiane. Con il Centro-Nord a farla da padrone.
Le dieci regole. Per ottenere la “ecolabel” gli operatori turistici devono rispettare 10 parametri fondamentali:
– Gestione dei rifiuti. Gli alberghi devono essere attrezzati per la raccolta differenziata e usare il meno possibile le monodosi. Il principio e’ semplice: meno monodosi, meno imballaggi. E quindi, meno rifiuti.
– Acqua. Nelle strutture vengono installate tecnologie che evitano la dispersione di acqua come i riduttori di flusso nei gabinetti, docce e bidet. Quando e’ possibile, i volontari di Legambiente insegnano ai dipendenti pochi semplici trucchi per risparmiare acqua.
– Energia. Si utilizzano lampadine a basso consumo. Almeno una per ogni camera con bagno.
– Cibi. A tavola si servono frutta e verdura fresche di stagione e alimenti biologici non modificati geneticamente.
– Prodotti tipici locali. Negli eco-alberghi hanno una corsia preferenziale.
– Trasporto collettivo. Chi sceglie un eco-albergo e’ anche disposto a fare a meno della propria automobile, almeno nei limiti del possibile. Per questo, gli operatori turistici promuovono il trasporto pubblico o comunque il trasporto collettivo (come il car-sharing) per raggiungere le localita’ di mare o i luoghi piu’ turistici. Altre informazioni vengono fornite su sentieri e percorsi naturalistici.
– Mobilita’ leggera. Per gli spostamenti piu’ brevi, gli albergatori mettono a disposizione gratuitamente biciclette e mountain bike.
– Rumore. Se negli alberghi gli schiamazzi sono poco graditi, negli eco-alberghi sono del tutto banditi. Ad ogni modo, le stanze sono costruite con criteri antirumore.
– Cultura e natura. Chi lavora negli eco-alberghi fa anche un po’ da operatore turistico. Ai clienti viene data ogni informazione sui luoghi e i monumenti piu’ belli da visitare e gli eventi piu’ caratteristici.
– Gli eco-alberghi devono esporre l’etichetta di Legambiente e il decalogo in bella vista.
Risultati concreti. Non e’ facile quantificare l’energia risparmiata da oltre 300 strutture sparse in tutta Italia. Tuttavia, esistono delle stime piuttosto precise. Secondo l’indagine condotta nel 2008:
– I riduttori di flusso nei bagni hanno permesso di risparmiare 773.000 metri cubi d’acqua.
– Con il boiler elettrico per riscaldare l’acqua dei bagni 50.000 Mwh sono stati preservati.
– Grazie alle lampadine a basso consumo (almeno una per unita’ camera/bagno), sono stati risparmiati oltre 450.000 Mwh.
– Le marmellate in confezioni di vetro o plastica anziche’ nelle confezioni monodose hanno prodotto 8,5 tonnellate in meno di rifiuti.
– Usando la bicicletta anziche’ l’automobile per gli spostamenti brevi, 757 tonnellate di CO2 non sono state immesse nell’atmosfera.
Ogni anno, un esame. La “eco-label” ha valore solo per un anno. Alla scadenza, i volontari e i tecnici di Legambiente tornano per controllare che tutti i parametri siano ancora rispettati. Se il responso e’ negativo, niente piu’ etichetta di qualita’. Ogni anno dal 3 al 5% degli eco-alberghi tornano ad essere normali alberghi.
Turismo sostenibile. Per l’efficienza di un eco-albergo, i clienti svolgono un ruolo molto importante. Non c’e’ alcun obbligo, ma per rispettare lo spirito ambientalista del luogo in cui si trascorrono le vacanze bastano pochi accorgimenti. Gettare una bottiglia nel contenitore della plastica anziche’ tra l’immondizia indifferenziata; non lasciare aperto il rubinetto dell’acqua inutilmente; preferire l’autobus (o la bicicletta) alla propria automobile.