Il movimento allunga la vita

La sedentarietà fa male. Fa male al fisico e alla mente. E, se tuttavia siamo costretti a stare seduti a una scrivania per tutto il giorno, cerchiamo allora di approfittare di tutte le occasioni che si presentano per fare del movimento. Non è necessario ammazzarsi di fatica o andare tutte le sere in palestra, basta […]

La sedentarietà fa male. Fa male al fisico e alla mente.
E, se tuttavia siamo costretti a stare seduti a una scrivania per tutto il giorno, cerchiamo allora di approfittare di tutte le occasioni che si presentano per fare del movimento.
Non è necessario ammazzarsi di fatica o andare tutte le sere in palestra, basta ingegnarsi e il modo per muoversi un po’ lo si trova. Per esempio, anziché parcheggiare l’auto a pochi passi dall’ufficio – ammesso che ci si riesca – proviamo a fare qualche metro in più. Se abitiamo ai piani superiori del condominio proviamo magari a fare le scale anziché prendere l’ascensore… Insomma, se mettiamo in moto la fantasia, oltre che il fisico, qualche soluzione pratica e semplice la troviamo.

Detto questo, l’articolo potrebbe finire qui. Ma, nel titolo abbiamo parlato di riduzione della mortalità e, allora, andiamo a vedere il perché.
Sono infatti i ricercatori austriaci del Centro per le Scienze Motorie e Sport Universitari dell’Università di Vienna ad aver condotto una vasta meta-analisi che ha coinvolto la bellezza di 1,3 milioni di persone in tutto il mondo, per valutare il possibile legame tra l’aumento dei livelli di attività fisica in diversi ambiti, che fosse nella vita quotidiana, nel tempo libero, negli spostamenti eccetera, con le cause di mortalità in generale.

Dalla meta-analisi, il dottor Guenther Samitz e colleghi hanno identificato circa 7.000 rapporti potenzialmente rilevanti, di cui un totale di 80 studi di coorte. I criteri di valutazione prevedevano che i partecipanti allo studio, seguiti per una media di 11 anni, fossero esenti da malattie croniche, cardiovascolari e cancro.
«I risultati degli studi inclusi sono stati combinati e controllati per altri potenziali fattori influenti, ad esempio il fumo di sigaretta, l’assunzione di alcol, l’indice di massa corporea, la pressione arteriosa, l’alimentazione, l’istruzione e fattori sociali», ha spiegato Samitz.

Pubblicati sull’International Journal of Epidemiology, i risultati dello studio, mostrano che alti livelli di attività fisica sono risultati associati a una ridotta mortalità per le diverse cause, indipendentemente dal lavoro, la vita quotidiana, il tempo libero o lo spostamento attivo. Tuttavia l’associazione è stata più elevata per l’attività fisica condotta nel tempo libero e le attività della vita quotidiana. Le donne risultavano quelle con una riduzione della mortalità maggiore.
Le donne, tuttavia, non beneficiavano solo di una riduzione del rischio, ma anche di una maggiore longevità, al pari degli anziani, se all’attività fisica abbinavano un’esposizione all’aria aperta e ai raggi solari con attività semplici come l’andare a fare spesa, il giardinaggio, il passeggiare o l’andare in bicicletta.

«Qualsiasi attività fisica è meglio di niente e anche le attività della vita quotidiana sono associate con un beneficio di sopravvivenza. Tuttavia maggiore intensità dell’attività fisica è stata associata a una maggiore riduzione nella mortalità per qualsiasi causa – sottolinea Samitz – Ciononostante, gli adulti sedentari dovrebbe iniziare con un’attività fisica a intensità moderata e aumentare lentamente la dose settimanale e l’intensità, perché negli adulti sedentari una vigorosa attività fisica è associata a un aumentato rischio di lesioni muscolo-scheletriche ed eventi avversi cardiaci».
Come detto all’inizio, con calma si fa tutto. Basta volerlo muoversi un po’ non è difficile. E poi è tutta salute.

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