Il gigantesco spreco del sommerso

Ogni anno arrivano i nuovi dati sul sommerso, e si scopre che l’Italia spreca enormi risorse che potrebbero modificare la struttura dei conti pubblici. Quando un paese arriva a produrre oltre un terzo del suo prodotto interno lordo in nero, quando i tre quarti dei fornitori di servizi lavorano senza lo straccio di un documento […]

Ogni anno arrivano i nuovi dati sul sommerso, e si scopre che l’Italia spreca enormi risorse che potrebbero modificare la struttura dei conti pubblici. Quando un paese arriva a produrre oltre un terzo del suo prodotto interno lordo in nero, quando i tre quarti dei fornitori di servizi lavorano senza lo straccio di un documento fiscale, quando in alcune localita’ e’ ancora difficile ricevere la ricevuta in un ristorante, significa che un male oscuro sta divorando una bella fetta della nostra ricchezza. A danno innanzitutto dei cittadini che puntualmente pagano le tasse e non sfuggono al fisco.
Aspetto sempre un governo che metta al centro della sua politica economica una lotta seria, ragionevole e credibile al sommerso (Berlusconi l’aveva promesso nel lontano 2001?), convincendosi che il saldo tra la perdita di consenso da parte degli evasori e l’acquisto di popolarita’ tra i cittadini onesti sia, nel tempo, positivo. La via maestra e’ quella di mettere in conflitto l’acquirente del servizio con il fornitore (idraulico, muratore, fisioterapista o professionista che sia). Come? Concedendo, per esempio, al primo una significativa e diretta detrazione di imposte che lo metterebbe nella condizione di pretendere la ricevuta o la fattura. Certo: lo Stato rinuncerebbe a una quota di tasse, ma in contropartita potrebbe disporre dell’emersione di un fatturato stimato attorno ai 24 miliardi di euro. Speriamo che dalle parti del ministero dell’Economia qualcuno ci pensi, e decida finalmente di fare della lotta al sommerso una priorita’ del governo.

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