Il 4 novembre la prima giornata nazionale dei giardinieri d’assalto italiani

Un attacco di massa. Pacifico e verde. Il 4 novembre i giardinieri d’assalto si danno appuntamento per la prima giornata nazionale del Guerrilla Gardening italiano. Per tre giorni, fino al 6 novembre, da Nord a Sud, in tutte le principali città italiane nasceranno orti, aiuole e fioriere spontanee. Che hanno l’obiettivo di «abbellire le nostre […]

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Un attacco di massa. Pacifico e verde. Il 4 novembre i giardinieri d’assalto si danno appuntamento per la prima giornata nazionale del Guerrilla Gardening italiano. Per tre giorni, fino al 6 novembre, da Nord a Sud, in tutte le principali città italiane nasceranno orti, aiuole e fioriere spontanee. Che hanno l’obiettivo di «abbellire le nostre vie ma anche di farci riconquistare lo spazio urbano e di gestirlo a misura d’uomo», come spiegano gli organizzatori Michele Trasi e Andrea Zabiello.

PER FARE BELLA LA CITTÀ – Sul sito del movimento convergeranno tutte le «prove fotografiche» delle varie azioni. E a Milano, presso lo spazio arte Lacca del liceo artistico statale Caravaggio, verrà inaugurata una rassegna dei migliori scatti realizzati da fotografi professionisti in questi anni di uscite notturne e diurne. «Siamo operativi dal 2004», spiegano gli organizzatori che fanno base nel capoluogo lombardo e che sul guerrilla gardening hanno anche scritto un libro (Guerrilla Gadening, ed. Kowalski). «Ma in parallelo al nostro si sono creati molti altri gruppi a Torino, Bologna, Roma, Trieste, Salerno, Napoli, Palermo». Tutti al lavoro, dunque, con le ginocchia in terra e la zappa in mano. «Non sappiamo quante persone parteciperanno all’evento, la speranza è di coinvolgerne sempre di più». L’obiettivo è ambientalista, certo. Ma non solo. I guerriglieri azzardano infatti anche una sorta di manifesto politico. Perché «sottrarre all’incuria le aiuole e le aree degradate delle città significa anche tempestare di fiori e primavera l’autunno socio-ambientale in cui è crollato il nostro Paese negli ultimi decenni».

COORDINAMENTO – E se fino a oggi ciascuna cellula operava in maniera «indipendente», ora le cose potrebbero cambiare. «Abbiamo organizzato questo evento proprio per entrare in contatto con gli altri guerriglieri, in modo da conoscerci e magari guardarci in faccia». Il tutto senza nessuna pretesa di creare una gerarchia o avere un organigramma stabile. «La filosofia del guerrilla gardening continua a essere libera: ciascuno può piantare e seminare quello che vuole, anche senza comunicarlo, quindi ben vengano tutte le iniziative possibili».

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GUERRIGLIERI DELLA TERRA – Il meccanismo è semplice: basta scendere in strada, trovare uno spazio dove piantare un fiore, una pianta o un albero, mettere le mani nella terra. E il gioco è fatto. «Questo periodo è ottimale per le azioni», sottolineano ancora Michele e Andrea. «Le piante sono in fase dormiente e, date le temperature, non hanno bisogno di essere innaffiate spesso. Anche se noi raccomandiamo sempre di non abbandonare l’aiuola o la zolla di terra una volta portata a termine la semina». Interessante anche l’aspetto economico. Perché «in questi mesi è più facile ottenere sconti dai vivai e si possono trovare semi e bulbi a prezzi contenuti». Il movimento è interamente autofinanziato e sopravvive grazie alle donazioni di qualche vivaista innamorato del suo mestiere. Semplici infine anche i risvolti legali: «Difficilmente i vigili danno multe per occupazione abusiva di suolo pubblico, soprattutto se l’azione è portata avanti in maniera sensata e se non si intralcia il traffico». Come dire che persino i tutori della legge di fronte a iniziative del genere non possono che simpatizzare e lasciare i guerriglieri liberi di fare più bella la città. Per il bene di tutti.

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