I pannelli solari riscaldano un pò meno

La corsa all’oro sembra finita. Dopo l’anno del boom, arriva la frenata per il fotovoltaico mondiale. Il crollo del prezzo dei pannelli, che da un lato favorisce la diffusione di questa tecnologia, dall’altro manda in crisi l’industria. E così anche in Italia si profilano le prime chiusure: il colosso americano Memc ha deciso di fermare […]

La corsa all’oro sembra finita. Dopo l’anno del boom, arriva la frenata per il fotovoltaico mondiale. Il crollo del prezzo dei pannelli, che da un lato favorisce la diffusione di questa tecnologia, dall’altro manda in crisi l’industria. E così anche in Italia si profilano le prime chiusure: il colosso americano Memc ha deciso di fermare lo stabilimento di polisilicio di Merano, dov’era stata inaugurata la terza linea produttiva appena un anno fa. Per Memc, che in Italia ha un altro stabilimento a Novara, non è una crisi locale, ma globale: ridurrà anche la capacità degli stabilimenti di Portland, in Oregon, e Kuching in Malesia. I tagli colpiranno oltre 1.300 lavoratori, il 20% del totale.
 

FUSIONI – Al fine di ridurre i costi, le unità di business Solar Materials e SunEdison saranno fuse dal prossimo 1° gennaio. E lo stabilimento da 6 mila tonnellate l’anno di Merano, che sta mettendo 200 lavoratori in cassa integrazione a zero ore, potrebbe essere chiuso «se non saranno raggiunte nel breve periodo drastiche riduzioni dei costi», su cui la società sta lavorando con la Provincia di Bolzano.
 

BOOMERANG – L’ombra di Solyndra, l’azienda che un anno fa era stata definita da Obama un esempio da imitare e in ottobre ha portato i libri in tribunale, si allunga così anche sul mercato di casa nostra. «Proiettato a velocità astronomica dai generosi incentivi concessi negli anni scorsi da molti governi, soprattutto europei, il fotovoltaico internazionale rischia ora di rimanere vittima del suo stesso impeto, schiacciato dall’eccesso di capacità produttiva. Quest’anno infatti i sussidi sono stati tagliati un po’ dappertutto e il calo della domanda sta provocando un eccesso produttivo di materia prima, moduli e pannelli, che avrà le conseguenze negative più pesanti sugli operatori europei», spiega Vincenzo Quintani di Suntech, il colosso cinese leader mondiale nella produzione di moduli, che ha appena raggiunto il primato di 5 gigawatt di pannelli installati.
 

CROLLO – Con un 20% di produzione in eccesso rispetto alla domanda, il prezzo del silicio policristallino è crollato del 93%, a 33 dollari al chilo rispetto ai 475 di tre anni fa. Quanto al prezzo dei moduli, ha registrato quest’anno un crollo del 40% dovuto all’avvio di nuove linee produttive in Asia proprio nel momento in cui i governi occidentali riducevano drasticamente gli incentivi per contenere i deficit e i prezzi dell’elettricità. Di conseguenza, le previsioni dei vari centri studi concordano sull’inesorabile discesa del valore azionario delle società del settore. La stessa Fitch ha tagliato il rating del fotovoltaico con un’analisi appena uscita. Il Bloomberg Global Leaders Solar Index, che monitora l’andamento dei titoli delle principali aziende fotovoltaiche quotate, risulta dimezzato: all’inizio di dicembre è sceso sotto i 50 punti rispetto al valore base di 100 fissato al 31 marzo 2009.
 

ISOLE FELICI – In questo panorama grigio, però, restano alcuni sprazzi di sole. Dall’inizio di dicembre è stato allacciato alla rete il milionesimo impianto fotovoltaico della Germania, sul tetto dell’Istituto per la ricerca sportiva a Berlino: l’associazione dell’industria fotovoltaica tedesca, Bsw-Solar, sottolinea che la Germania è il primo Paese al mondo per capacità fotovoltaica installata, con 17,2 gigawatt alla fine del 2010, cui si aggiungeranno quest’anno altri 5-6 gigawatt. In Italia continuano a ritmo continuo gli allacciamenti: Enel Green Power ha appena connesso un impianto da 5 megawatt in Sicilia, vicino a Enna. L’indiana Moser Baer ha realizzato insieme a General Electric un parco da 20 megawatt su 26 ettari di serre in Sardegna, non lontano da Cagliari. Nell’ex area mineraria di Santa Barbara, in Toscana, è stato inaugurato la settimana scorsa un parco da 10 megawatt. La tedesca Juwi ha inaugurato un impianto da 3,1 megawatt vicino a Viterbo. Il gruppo Kinexia ne ha realizzato un altro da 11 megawatt a Latina. TerniEnergia ha annunciato che sono in corso di realizzazione 6 impianti per complessivi 20 megawatt nel Lazio, in Puglia, Calabria e Sicilia. Il fotovoltaico italiano, quindi, continua a crescere e la riduzione del prezzo dei pannelli si sta rivelando un bel vantaggio per chi installa e finanzia i progetti.

INVESTIMENTI – In complesso, quest’anno gli investimenti nel settore hanno superato i 2,8 miliardi, secondo uno studio di Althesys. Come in tutti i cicli, insomma, l’abbassamento dei prezzi porta qualche mal di pancia, ma innesca la ripresa. Fitch Ratings ritiene che il settore ripartirà nel 2013, quando arriveranno sul mercato le ultime innovazioni tecnologiche e l’avvio della terza fase del sistema di emission trading Ue accrescerà il costo di generazione elettrica da fonti fossili.
Anche Bloomberg New Energy Finance fissa al 2013 la ripresa della domanda, che finalmente deriverà non più dai sussidi ma dal graduale miglioramento della competitività del solare rispetto alle fonti fossili (la cosiddetta grid parity), soprattutto nei Paesi più assolati.

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