I conti del federalismo: costi per la Tac. In Campania 1.554 euro, in Emilia 1.027

Tra i 4 e i 5 miliardi all’anno solo per la sanita’. Il governo li chiamera’ risparmi o sprechi cancellati. L’opposizione, e forse una parte dei sindacati, tagli. la prima indiscrezione sulla ricaduta finanziaria generale del federalismo fiscale, raccolta incrociando e verificando le informazioni provenienti da fonti insider. Anche se i conti definitivi e ufficiali […]

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Tra i 4 e i 5 miliardi all’anno solo per la sanita’. Il governo li chiamera’ risparmi o sprechi cancellati. L’opposizione, e forse una parte dei sindacati, tagli. la prima indiscrezione sulla ricaduta finanziaria generale del federalismo fiscale, raccolta incrociando e verificando le informazioni provenienti da fonti insider. Anche se i conti definitivi e ufficiali non sono pronti. E bisognera’ aspettare ancora mesi perche’ il compito di sostituire i costi standard alla cosiddetta spesa storica di Regioni, Provincie e Comuni si e’ rivelato molto piu’ difficile del previsto.
Dal 29 settembre scorso la Commissione paritetica per l’attuazione del federalismo fiscale (Copaff) lavora sui bilanci delle autonomie locali. Ma a poche settimane dalla prima scadenza, fissata al 30 giugno prossimo, i sei gruppi di lavoro fanno fatica a raccapezzarsi nel groviglio dei contratti, delle spese e dei rendiconti. come se gli esperti del Copaff fossero precipitati in una serie di mondi paralleli, ognuno con dinamiche contabili spesso oscure. Sui tavoli delle riunioni, cui partecipano anche esponenti delle Regioni e degli enti locali, circola una tabellina con cinque voci campione, ricavate dal capitolo di spesa decentrata di gran lunga piu’ importante, la sanita’ appunto (125 miliardi sul totale di 132 miliardi in gioco).

un elenco dei prezzi di acquisizione dei beni nelle Regioni italiane. Ed e’ l’esempio piu’ chiaro di come sia frammentato il mosaico della spesa pubblica lungo la Penisola. Il confronto parte dalle forniture piu’ minute, come la siringa a cono che alla sanita’ pubblica siciliana costa cinque centesimi, contro i tre della Toscana; o la garza non sterile (4,65 euro al chilo in Sicilia contro i 3,29 euro dell’Emilia Romagna), mentre per un antibiotico di uso comune, la Piperacillina Tazobactam, gli ospedali e i laboratori dell’Abruzzo sborsano 12,96 euro cioe’ il 30% in piu’ rispetto a quanto avviene in Emilia Romagna. Poi si arriva ad acquisti piu’ impegnativi, ma gli sbalzi restano disorientanti. Ecco allora che le endoprotesi coronariche per biforcazioni (un dispositivo per i reparti di cardiologia) sono registrate in Sardegna con un prezzo di 450 euro, piu’ del doppio rispetto ai 214 euro della Toscana e ai 205 del Piemonte. Infine l’attrezzatura Tac (64 slice): 1.554 euro in Campania (provincia di Salerno), 1.397 euro nel Lazio, 1.027 in Emilia Romagna.

Tutte le analisi e i ragionamenti piu’ complessi sul federalismo fiscale si sono in qualche modo arenati su numeri come questi. O meglio sull’opacita’ dei bilanci, dei sistemi di controllo di una parte (non tutte) delle Regioni, dei Comuni e delle Provincie. Confermando, per altro, le osservazioni formulate a suo tempo dalla Corte dei conti sulle gravissime deficienze delle contabilita’ aziendali in materia sanitaria a livello regionale. (Relazione approvata con delibera n.22/2009). Non e’ solo una questione di alta finanza pubblica. Anzi, gli esperti si sono trovati spesso di fronte a casi imbarazzanti: pace-maker comprati all’ingrosso pur di far figurare un risparmio e poi mai utilizzati; personale chiaramente eccessivo rispetto ai posti letto e cosi’ via. Ma, raccontano ancora fonti vicine al dossier, i risultati raggiunti dalla Commissione forniranno la base della lettura politica che il ministro dell’Economia Giulio Tremonti presentera’ il 30 giugno prossimo, insieme con la relazione del governo al Parlamento in materia di federalismo fiscale. Forse e’ esagerato attendersi una riedizione del 2001, quando l’allora ministro del Tesoro, accuso’ il precedente governo di centrosinistra di aver lasciato un extra-deficit nel bilancio dello Stato. certo, pero’, si racconta, che il ministro puntera’ a ridicolizzare l’idea che il federalismo fiscale comporti dei costi per lo Stato . Se questo e’ il piano, probabilmente c’e’ da attendersi, come nove anni fa, un’estate di polemiche.

Nel frattempo gli esperti continueranno a lavorare su un altro piano. Secondo Luca Antonini, presidente della Commissione sul federalismo, si tratta di mettere in piedi una metodologia che sia funzionale all’identificazione dei bisogni standard delle autonomie e che, consenta di arrivare a quantificare i conseguenti risparmi per lo Stato. Antonini, che e’ consigliere di Tremonti, si ferma qui. Ma c’e’ chi fa osservare come lo stesso professore in un’audizione parlamentare avesse richiamato due stime sulla possibile riduzione dei costi in campo sanitario. Per la Corte dei conti si potrebbe arrivare a 2,3 miliardi, per il Cerm (il centro studi guidato dal professor Fabio Pammolli) ad oltre 11 miliardi. Secondo le stime piu’ accreditate, il risultato finale si potrebbe attestare su un livello intermedio, tra i 4 e i 5 miliardi di risparmi (o tagli) solo per la sanita’ da far scattare a partire dal primo gennaio 2012, il primo anno di applicazione della legge 42 del 2009, piu’ nota come federalismo fiscale.

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