Greenpeace: ecco le industrie più inquinanti d’Italia

Cemento, acciaio, carta, vetro, termoelettrico, raffinazione. Queste i settori d’azione delle industrie italiane soggette a sistema EU-ETS finite in questi giorni sotto la lente di Greenpeace che ha stilato una classifica delle più inquinanti e della CO2 prodotta dalle loro attività. I dati, che fanno riferimento al 2009, dimostrano come ci sia stata una discreta […]

Cemento, acciaio, carta, vetro, termoelettrico, raffinazione. Queste i settori d’azione delle industrie italiane soggette a sistema EU-ETS finite in questi giorni sotto la lente di Greenpeace che ha stilato una classifica delle più inquinanti e della CO2 prodotta dalle loro attività. I dati, che fanno riferimento al 2009, dimostrano come ci sia stata una discreta riduzione delle emissioni del comparto: da 538,6 milioni di tonnellate di anidride carbonica del 2008 siamo passati a quota 502 milioni. Le prime tre posizioni della classifica sono occupate rispettivamente dalla centrale a carbone Enel “Brindisi Sud”, da quella dell’Edison a Taranto e dalla raffineria Saras di Sarroch, in provincia di Cagliari. Nonostante rispetto a 20 anni ci sia stato un decremento della CO2 del 3%, il taglio non risulta comunque sufficiente all’allineamento al Protocollo di Kyoto.
Greenpeace rileva inoltre che i dati degli ultimi cinque anni dimostrano un calo costante delle emissioni del settore termoelettrico: dalle 147 milioni di tonnellate del 2005 ai 122,2 del 2009. Il merito è anche della massiccia diffusione delle fonti rinnovabili, il cui contributo sulla produzione totale di energia elettrica ha ormai superato il 20%. Ma per l’Ong c’è ancora molto da fare per aumentare la quota di energie verdi evitando così di impiegare carbone e scansando l’ipotesi del nucleare, scelte ovviamente avversate da Greenpeace. Secondo quest’ultima i piani d’investimento del governo, e in particolare di Enel, andrebbero verso fonti fossili come il carbone, cosa che ostacolerebbe gli obiettivi europei del 20-20-20. Ma Enel non ci sta e risponde, con una nota, al rapporto dell’Ong. “Le emissioni delle centrali sono sotto i limiti e in costante calo: nessun pericolo di sanzioni all’Italia”, precisa l’azienda energetica che puntualizza: “la CO2 non è un inquinante con effetti sull’ambiente e la salute delle regioni dove viene prodotta, ma un gas responsabile dell’effetto serra a livello globale”. In fondo dice l’Enel “in poche ore la Cina emette più CO2 di tutte le centrali pugliesi in un anno”.

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