“Cercasi tirocinante per aiuto in cucina/lavapiatti”: accade in Sardegna dove la Giunta Cappellacci, attraverso il progetto “Sardegna Tirocini”, anche quest’anno ha presentato un bando per la selezione di stagisti da inserire presso aziende private, uffici, negozi e ristoranti.
Come leggiamo su L’Espresso.it, si tratta di sei mesi di formazione, retribuiti interamente dalla Regione con un voucher da 500 euro lordi al mese. Sei mesi di tirocinio formativo per mansioni come quella del cameriere, dell’operaio o del magazziniere che richiederebbero in realtà una fase di formazione molto rapida e potrebbero essere più correttamente formalizzate attraverso contratti di apprendistato.
E invece no: nonostante le polemiche sollevate lo scorso anno, come se nulla fosse, la Giunta Cappellacci anche quest’anno rilancia le sue false borse di studio per aiutare i cittadini a trovare lavoro. Peccato che proprio queste esperienze di lavoro altro non sono che un modo per i privati di assumere personale facendo sottopagare i lavoratori alla Regione stessa.
Ed ecco alcuni degli annunci che potete trovare sulla pagina web dell’iniziativa: “Addetto di sala in trattoria che a fine semestre acquisirà la qualifica di cameriere di sala” o “Tirocinante da inserire come cameriere”. Costo totale del progetto: 5 milioni di euro destinati a crescere dati i nuovi bandi già in preparazione.
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“Le critiche sono spesso dettate da strumentalizzazioni di carattere politico, per questo sono state considerate ininfluenti rispetto alla soddisfazione per i risultati che ha registrato questa opportunità offerta ai giovani sardi”, così Antonio Liori, assessore al lavoro della Giunta Cappellacci commenta le accuse rivolte al progetto. Il questionario presentato alla fine del primo bando, spiega Liori, avrebbe dimostrato che ben una persona su 4 ha ricevuto offerte di lavoro dopo lo stage.
Poco importa quindi se per sei mesi si sia stati sottopagati per lavori che non richiedono alcuno stage formativo.
Spesso, da preziosa opportunità di formazione professionale, gli stage pagati con soldi pubblici si trasformano in un’occasione ghiotta per le imprese che così possono usufruire di manodopera a costo zero.
Ma i problemi del progetto “Sardegna tirocini” non si fermano qui: come spiega L’Espresso.it, la gestione del sito è talmente dilettantesca da far dubitare che si tratti davvero di un’iniziativa istituzionale. Il portale degli annunci è infatti completamente privo di ogni tipo di filtro, tanto che chiunque in due minuti può inventarsi un annuncio e millantare di essere finanziato dalla Regione. Come ha notato il sito di cronaca locale SardiniaPost.it dopo un attento monitoraggio, diversi annunci arrivano a chiedere la “bella presenza” per le aspiranti tirocinanti, persino per incarichi da archivista.
Per non parlare poi del fatto che, tra coloro che hanno presentato il loro annuncio per la ricerca di stagisti, ci sono anche tanti nomi della politica locale. C’è ad esempio il consigliere del Pdl Angelo Stochino che è riuscito ad aggiudicarsi uno stagista per il suo studio, c’è l’Italia dei Valori e c’è anche lo Studio associato Cappellacci, proprio quello del presidente della Regione.
Perché quindi assumere e pagare qualcuno di tasca propria quando si può avere gratis uno stagista con il rimborso spese della Regione?
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