Giappone, fumo nero dal reattore numero 3. L’acqua di Tokyo vietata ai bambini

Del fumo nero si è alzato oggi dal reattore numero 3 della centrale di Fukushima. La fumata è andata poi progressivamente diminuendo, ma i tecnici al lavoro nella zona sono stati comunque allontanati. A peggiorare la situazione, una scossa di assestamento di magnitudo 4,7 registrata nei pressi della centrale che comunque non ha provocato ulteriori […]

Del fumo nero si è alzato oggi dal reattore numero 3 della centrale di Fukushima. La fumata è andata poi progressivamente diminuendo, ma i tecnici al lavoro nella zona sono stati comunque allontanati. A peggiorare la situazione, una scossa di assestamento di magnitudo 4,7 registrata nei pressi della centrale che comunque non ha provocato ulteriori danni. "Non sappiamo se la fumata proviene dall’edificio che ospita la turbina o dalla struttura di contenimento del reattore", ha precisato un portavoce. In seguito l’Agenzia per la sicurezza nucleare ha reso noto che i livelli di radioattività intorno all’impianto sono rimasti invariati. Per qualche ora la corrente elettrica e l’illuminazione sono tornate in tutti e sei i reattori a rischio per le conseguenze del sisma e del maremoto dell’11 marzo. Il rettore numero 3 è stato gravemente danneggiato da un’esplosione: è caricato con Mox, una miscela di combustibili riciclati e per questo ha un punto di fusione più basso.

Intanto cresce l’allarme per i prodotti alimentari. Un portavoce dell’amministrazione municipale di Tokyo ha detto oggi che il livello di iodio radioattivo trovato nell’acqua della capitale, un enorme agglomerato urbano di 35 milioni di abitanti, eccede i limiti fissati per il consumo dei bambini. L’annuncio viene dopo che valori notevolmente alti di radioattività sono stati riscontrati in 11 vegetali prodotti nei pressi della centrale, che sorge a 240 chilometri a nord di Tokyo. Il premier giapponese Naoto Kan ha chiesto alla prefettura di Ibaraki si sospendere la distribuzione di latte e prezzemolo. Quindi ha invitato i giapponesi a non consumare alcuni vegetali provenienti da Fukushima.

Il governo si appresta ora a dare un ordine sistematico agli aiuti, e ha allo studio un’agenzia per la ricostruzione del dopo terremoto sul modello di quella che ha gestito la fase successiva alla devastazione delle due bombe atomiche della Seconda Guerra Mondiale. Il portavoce del governo Yukio Edano ha parlato di una "sorta di sistema o organizzazione" che possa gestire gli stanziamenti per il dopo terremoto. Il governo ha presentato una prima stima dei costi del disastro, valutato fino a 25mila miliardi di yen, 220 miliardi di euro. Un conto molto superiore a quello del terremoto di Kobe, che nel 1995 uccise 6400 persone senza provocare uno tsunami, che fece 9600 miliardi di yen di danni.

Il governo si aspetta una contrazione della crescita economica nazionale fino allo 0,5% nel prossimo anno fiscale, che in Giappone inizierà il primo aprile. "Dobbiamo tenere in mente che a causa del terremoto la produzione potrà rallentare in molte zone per un cospicuo periodo di tempo", ha detto il ministro delle Politiche economice Kaoru Yosano.

Intanto, uno dei progettisti dell’impianto nucleare di  Fukushima ha rivelato che c’era un difetto di costruzione in una delle gabbie di contenimento dei reattori. L’ingegnere racconta di aver contribuito a tenere nascosto il difetto nel 1974 quando lavorava con un’unità di Hitachi. Il reattore, che Mitsuhiko Tanaka definisce "una bomba ad orologeria", era chiuso per manutenzione l’11 marzo scorso. "Chi sa cosa sarebbe potuto succedere se quel reattore fosse stato in funzione?", ha dichiarato Tanaka che ha lasciato l’industria nucleare dopo il disastro di Chernobyl. "Non ho idea se avrebbe potuto resistere a un terremoto come questo".

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