Fuoco di Sant’Antonio: sintomi e come si calma il dolore

Non solo farmaci, quando servono, ma anche impacchi freddi sulle eruzioni. Tra le cause c'è anche lo stress

fuoco di sant'antonio

Il fuoco di Sant’Antonio esordisce con dolore acuto, bruciante; fiammeggiando lungo i nervi come una scarica elettrica. Qualche giorno dopo le vesciche ricoprono l’area dolorante, dando vita ad un’eruzione cutanea di un rosso acceso.

E a questo punto ci si rende conto che non si tratta di una normale orticaria, ma di qualcosa di diverso: l’Herpes Zoster. Ma cos’è il fuoco di Sant’Antonio, quali i suoi i sintomi e perché si manifesta, specie in età adulta?

FUOCO DI SANT’ANTONIO

Il fuoco di Sant’Antonio, noto anche con la definizione medica di Herpes Zoster, è una patologia di origine virale scatenata dallo stesso virus che provoca la varicella. La malattia è dovuta alla riattivazione del Virus Varicella-Zoster VZV.

Appartenente alla famiglia degli Herpes, il virus è dotato di una particolare capacità di nascondersi nel tessuto nervoso. In particolare, il VZV permane nei ganglistazioni nervose periferiche all’esterno del sistema nervoso centrale – che costituiscono veri e propri centri nervosi dislocati, e sopravvive inattivo per anni.

Il sistema immunitario riesce a tenerlo sotto controllo per tutto il tempo necessario, ma al primo cenno di debolezza, il virus può riattivarsi, provocando i noti sintomi dolorosi e le fastidiosissime eruzioni cutanee.

Il colpevole è proprio la varicella, quell’ospite indesiderato che in realtà non ha mai lasciato casa e ha continuato a vivere con voi e in particolare in un nervo del vostro organismo.

Si stima che il 90%-95% della popolazione, durante l’arco della vita, contragga il virus della varicella e che in circa il 15% dei casi, in seguito si manifesti il fuoco di Sant’Antonio.

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SINTOMI

Il fuoco di Sant’Antonio si manifesta con dei sintomi caratteristici come:

  • Eruzione cutanea di forma allungata, simile a una fascia, e ricoperta di vescicole pruriginose e piene di liquido, come per la varicella
  • Dolore lancinante, bruciante, come se vi fossero fiamme sulla pelle
  • Mal di testa
  • Febbre
  • Brividi
  • Dolori di stomaco
  • Spossatezza e stanchezza

Altri sintomi possono presentarsi in determinati casi, ma sarà il medico curante a doverne individuare le caratteristiche con una diagnosi funzionale.

CAUSE

A provocare la riattivazione del virus della varicella, e quindi l’insorgere del fuoco di Sant’Antonio, è in genere un abbassamento improvviso delle difese immunitarie. Questo può accadere per molteplici ragioni:

La componente dall’anzianità è tra le più comuni che sfocia nel fuoco di Sant’Antonio per un indebolimento naturale delle difese immunitarie.

COME CALMARE IL DOLORE DEL FUOCO DI SANT’ANTONIO

Le opzioni per calmare il dolore del fuoco di Sant’Antonio sono molteplici, fortunatamente, e tra questa ampia scelta è possibile ricorrere, previa prescrizione e consultazione medica, ciò che segue:

Per quanto riguarda le vesciche, come avvertono gli specialisti, è meglio non toccarle, a meno che il dolore e il fastidio non sia eccessivo. In tal caso, potrebbero essere applicate creme o unguenti che tuttavia ritarderanno la guarigione. Questo accade perché le sostanze impiegate possono irritare la pelle e quindi rallentarne la cura.

Per lenire il dolore e il fastidio delle vesciche possono anche funzionare questi metodi:

  • Impacco freddo sulle eruzioni gravi
  • Evitare il caldo e forme di calore
  • Toccare l’infezione con acqua ossigenata, anche senza diluirla con acqua
  • Pomata antibiotica

Le soluzioni qui fornite andrebbero in ogni modo prima discusse con un medico o un farmacista.

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FARMACI

Generalmente, la guarigione dal Fuoco di Sant’Antonio avviene in modo graduale (in un arco di tempo tra le due e le quattro settimane) e spontaneo. Quando però il dolore è molto forte e dura più del solito, sempre e soltanto dopo avere consultato il medico, si può ricorrere ad alcuni farmaci. Di tre tipi:
  • Farmaci antivirali. Sono in grado di bloccare la crescita del virus e quindi rendono più veloce la guarigione.
  • Farmaci antinfiammatori. Si tratta di crema e gel che vengono applicate sul punto dove c’è prurito o sulle lesioni provocate dall’eritema.
  • Farmaci antidolorifici. Non hanno una funzione terapeutica rispetto al virus e alla sua avanzata, ma dovrebbero servire a ridurre il dolore.

CIBI DA EVITARE CON IL FUOCO DI SANT’ANTONIO

È stata riscontrata una correlazione tra l’amminoacido arginina e la riproduzione del virus della varicella. Di fatto, sebbene questo amminoacido sia considerato utile nell’organismo, sembra aiutare la proliferazione dell’herpes zoster.

I cibi che contenono in maggior quantità arginina sono i semi oleosi come noci, mandorle, arachidi e nocciole. Da ridurre le quantità anche di legumi e derivati, come lenticchie, fave, ceci e piselli.

Da aggiungere inoltre tutti quegli alimenti con troppo contenuto di sale o grassi saturi. Evitare alcol che incide sul sistema immunitario e tutti quei cibi pesanti e poco salutari.

IL FUOCO DI SANT’ANTONIO È CONTAGIOSO?

Il soggetto che manifesta i sintomi dell’Herpes Zoster è contagioso. Il virus quindi può essere trasmesso a coloro che ancora non hanno contratto il virus varicella zoster, VVZ.

Il contagio avviene solo tramite contatto diretto con le vesciche infette della persona che sperimenta il fuoco di Sant’Antonio. Con la trasmissione del virus ad un nuovo soggetto, dato che si tratta di primo incontro, verrà sviluppata la varicella e non quindi il fuoco di Sant’Antonio. Quest’ultimo tuttavia potrebbe riemergere in futuro.

Ecco quindi che chiunque manifesti i sintomi di Herpes zoster dovrebbe evitare di entrare in contatto con altre persone senza le dovute attenzioni. Ma soprattutto, fino a che le vesciche non sono del tutto secche, il paziente non dovrebbe condividere indumenti o asciugamani con altri, uscire il meno possibile in luoghi pubblici ed evitare del tutto attività che possano favorire la trasmissione del virus.

FUOCO DI SANT’ANTONIO: SI PUÒ USCIRE DI CASA

Questa è una domanda complessa a cui è difficile dare una risposta definitiva. È sicuro che il paziente che contrae il virus, essendo contagioso, dovrebbe evitare il più possibile di uscire di casa. Nello specifico, l’ideale sarebbe tenersi lontani da altre persone e quindi zone pubbliche.

Tuttavia, se le condizioni della persona sono tali da permettere di uscire di casa, nulla toglie che non sia possibile fare una passeggiata, praticare esercizio fisico o muoversi all’aperto senza entrare in contatto con altri; preferibilmente in zone extraurbane.

PREVENZIONE E CURA

Non fate gli eroi e non pensate che sopportando il dolore riuscirete a risolvere il problema. Il fuoco di Sant’Antonio se non curato nella maniera corretta può avere delle ripercussioni in seguito alla guarigione che possono protrarsi anche per diversi anni.

Bisogna tenere in conto che sebbene uno dei sintomi sia una manifestazione cutanea, la patologia colpisce il tessuto nervoso. L’infezione va trattata quindi con le giuste accortezze.

In genere, i medici protendono per una cura iniziale per l’Herpes Zoster a base di farmaci steroidei o Acyclovir. Questo rallenta la riproduzione virale e accorcia la permanenza dell’infezione.

Una soluzione per prevenire che l’infezione prenda un corso errato è quella di iniettare una sostanza che blocchi il nervo nella zona appropriata. Bloccando i nervi del sistema simpatico che arrivano alla zona dolorante è possibile recare beneficio e sollievo definitivo in circa il 75% dei pazienti.

Per chi invece soffre di nevralgia cronica post-erpetica, il sistema prevede l’impianto di un apparecchio in grado di trasmettere, in aree delimitate del corpo, uno shock capace di mascherare il dolore. Insieme a questa, sono presenti anche altre tecniche antidolorifiche nei reparti di Terapia del dolore negli ospedali.

VACCINO

La vaccinazione contro il Fuoco di Sant’Antonio è consigliata alle persone over 65 considerate a rischio. Anche per questo ogni decisione va presa d’accordo con il medico. Il vaccino è un’iniezione sottocutanea nel braccio, ed è gratuita.  Il rischio di contrarre la malattia, con il vaccino, si abbassa del 65 per cento.

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