Fotovoltaico: 10 regole per eliminare le barriere europee

Cosa frena, ancora oggi, il pieno sviluppo del potenziale solare europeo? Nonostante il comparto fotovoltaico abbia dato vita a mercati attivi ed attraenti nel Vecchio Contenente e ad una potenza istallata da record , esistono ancora impedimenti e questioni aperte che continuano a rendere difficile un pieno sfruttamento della fonte solare nella produzione elettrica. A […]

Cosa frena, ancora oggi, il pieno sviluppo del potenziale solare europeo? Nonostante il comparto fotovoltaico abbia dato vita a mercati attivi ed attraenti nel Vecchio Contenente e ad una potenza istallata da record , esistono ancora impedimenti e questioni aperte che continuano a rendere difficile un pieno sfruttamento della fonte solare nella produzione elettrica. A fare il quadro della situazione, rivelando la propria ricetta per centrare e risolvere il cuore del problema, è il Consorzio PV LEGAL, progetto pan europeo che riunisce alcune tra le maggiori associazioni di categoria europee (Assosolare per l’Italia) con l’obiettivo di ridurre gli ostacoli allo sviluppo del fotovoltaico. “Molti Paesi nel mondo riconoscono il potenziale dell’energia solare e stanno implementando strategie per lo sviluppo di questo mercato” ha detto Marie Latour, National Policy Advisor di EPIA (Associazione Europea dell’ Industria Fotovoltaica). “Ma in diversi Paesi UE le procedure amministrative e i procedimenti autorizzativi richiedono ancora un significativo snellimento. Il risultato è che in alcuni casi lo sviluppo e la connessione in rete degli impianti fotovoltaici in Europa può richiedere anche diversi anni”. Gli fa eco Thomas Chrometzka di BSW-Solar (L’associazione dell’Industria fotovoltaica tedesca), coordinatore del progetto “Definendo le principali ostacoli burocratici che bloccano lo sviluppo del fotovoltaico e formulando raccomandazioni concrete per la loro rimozione, PV LEGAL fornisce un set completo di soluzioni per migliorare I quadri normativi e amministrativi”.

Per ridurre le barriere esistenti, siano esse procedure autorizzative, regole e standard tecnici per la connessione alla rete o problematiche inerenti alla capacità delle infrastrutture elettriche, il consorzio ha presentato in occasione del “PV SEC 2011:http://www.photovoltaic-conference.com un decalogo:http://www.pvlegal.eu/fileadmin/free/PVLEGAL-Key_recommendations-short_version-Sept_2011.pdf in cui propone diverse strategie. Le raccomandazioni includono indicazioni concrete quali:
• Creare procedure autorizzative snelle e semplici oltre che integrate
• Definire tempistiche e deadline precise e di linee guida chiare per le autorità di pianificazione
• Coinvolgere gli organismi incaricati della definizione degli standard tecnici
• Rendere gli standard tecnici e le regole di connessione obbligatorie
• Ottimizzare le procedure di connessione alla rete e definire sanzioni per il non rispetto delle scadenze
• Affrontare seriamente le problematiche di capacità della rete, valutando costi, benefici e i potenziali interventi di estensione e sviluppo delle reti, tenendo in considerazione le peculiarità e i potenziali delle fonti rinnovabili e della generazione distribuita.

L’ITALIA SOTTO LA LENTE PV LEGAL fornisce una descrizione dettagliata delle procedure amministrative in 12 Paesi UE fornendo per ognuno le raccomandazioni specifiche. Per l’Italia il documento sottolinea una revisione del quadro normativo di riferimento “troppo precipitosa” che ha causato una paralisi del mercato e accanto ad una preesistente frammentazione degli iter autorizzativi, anche all’indomani dell’adozione delle Linee guida nazionali che si riflette oggi in procedure poco chiare, costi “burocratici” troppo alti e tempistiche autorizzative difficili da determinare. Il tutto indurrebbe ad una percezione dell’aspetto amministrativo procedurale italiano come un vero e proprio “rischio paese”.
Tra i punti clou del Final advisory papers dedicato al Belpaese appaiono: il Registro per i grandi impianti, il Costo indicativo cumulato annuo (CAI), la certificazione “Filiera UE” e la Richiesta dichiarazione del Comune competente.

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