Le foreste in Europa coprono ormai il 45% della e hanno raggiunto l’estensione di un miliardo di ettari. Lo afferma un rapporto presentato in Norvegia, nella conferenza interministeriale di Oslo sul tema della conservazione di questo patrimonio. Lo stesso incontro ha sottolineato però che alcuni pericoli, come gli incendi e le malattie minacciano, la salute dei polmoni verdi dell’Europa.
Secondo le cifre presentate a Oslo, le foreste europee sono pari al 25% di quelle mondiali e crescono al ritmo di 800.000 ettari l’anno. Quasi l’80% di esse si trova in Russia, mentre l’Italia, che è fra i Paesi che registra uno dei maggiori aumenti della superficie, ne conta 9,1 milioni di ettari.
Sul fronte energia, il legno e i suoi scarti rimangono la principale fonte rinnovabile nella maggioranza degli Stati membri (49%), con una percentuale che varia dal 97% dell’Estonia, all’87% della Lituania, 83% della Polonia e 82% della Finlandia. L’Italia, con il 23% di consumi di questo tipo di rinnovabile, è fanalino di coda prima di Cipro (16%) e dopo Gran Bretagna (27%) e Lussemburgo (28%).
Le reginette per estensione dei boschi nell’Unione europea sono invece Finlandia (77%), Svezia (76%), Slovenia (63%), Lettonia (56%), Spagna (55%) ed Estonia (54%). Maglia nera invece è Malta (meno dello 0,5%), poi Olanda (11%), Irlanda e Gran Bretagna (12%), Danimarca (14%). Circa tre quarti dello stock di foreste dell’Ue sono disponibili per la produzione di legname, il 74% nel caso dell’Italia, mentre fra gli altri Stati membri, la fetta varia dall’11% di Cipro, al 50% del Portogallo, fino al 98% di Danimarca e Lussemburgo.
Oltre a rimuovere annualmente il 10% delle emissioni di CO2 europee (pari a 870 milioni di tonnellate), le foreste danno lavoro a 4 milioni di persone e rappresentano l’1% del Pil continentale: «in questo momento stiamo godendo degli effetti positivi di decisioni sagge prese in passato – ha spiegato Kit Prins, ex capo del settore legname delle Nazioni Unite che ha presentato lo studio – ma il rapporto guarda anche a decisioni che devono essere prese adesso e che riguardano il futuro».
Il documento presenta qualche “ombra” sulla salute delle foreste su cui si dovrebbe intervenire. Fra i pericoli più urgenti ci sono l’eccessiva deposizione di azoto nel suolo, la crescita dei danni dovuti a insetti e malattie delle piante, il tasso di foreste distrutte dagli incendi che non accenna a diminuire e l’eccessiva frammentazione delle aree forestali, che è segnalata in aumento.
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