Fondi al Sud: l’assalto delle aziende municipalizzate

A Palermo, Catania e Roma li utilizzano per tappare i buchi delle aziende municipalizzate. A Parma per finanziare l’Autorita’ europea per la sicurezza alimentare. Un po’ piu’ a nord per la realizzazione degli interventi concernenti la flotta aziendale della Gestione governativa di navigazione che fornisce il servizio nei laghi di Como, Maggiore e Garda. Si […]

A Palermo, Catania e Roma li utilizzano per tappare i buchi delle aziende municipalizzate. A Parma per finanziare l’Autorita’ europea per la sicurezza alimentare. Un po’ piu’ a nord per la realizzazione degli interventi concernenti la flotta aziendale della Gestione governativa di navigazione che fornisce il servizio nei laghi di Como, Maggiore e Garda. Si tratta di soldi presi dal Fas, il Fondo per le aree sottoutilizzate, che dovrebbe alimentare lo sviluppo del Sud. Invece e’ diventato una specie di bancomat per ogni evenienza.

ROMA ? La pillola avvelenata e’ nascosta in un paio di commi del decreto anticrisi convertito in legge dal Parlamento. Dove si prevede che entro sei mesi consiglieri e sindaci attualmente in carica delle aziende di servizi locali possono essere revocati in anticipo se il Comune, la Provincia o la Regione azionista decideranno di ridurne il numero o anche soltanto le indennita’. Una specie di spoils system che investira’ soltanto le societa’ partecipate da un unico ente locale, ed e’ per giunta a costo zero, essendo esplicitamente escluso per legge il diritto dei componenti revocati al risarcimento. Circa il bersaglio di questa norma bastone ci si potrebbe esercitare a lungo. forse qualche societa’ controllata da un Comune o da una Provincia che alle ultime amministrative ha cambiato segno, magari passando dalla sinistra alla destra? Chissa’. Perfettamente identificato, invece, e’ il beneficiario della carota contenuta nella delibera Cipe di venerdi’ 31 luglio. Si chiama Diego Cammarata ed e’ il sindaco (Popolo della liberta’) di Palermo. I 150 milioni di euro che il Comitato, di cui e’ segretario il sicilianissimo Gianfranco Micciche’, ha destinato al suo Comune per investimenti di miglioramento del tessuto urbano, anche nel settore dell’igiene ambientale serviranno anche per tappare il buco dell’Amia, la municipalizzata per lo smaltimento dei rifiuti urbani che perdeva a rotta di collo mentre i suoi ex vertici si recavano in missione a Dubai (pare senza troppo badare a spese) nel tentativo di vendere i preziosi servizi della loro azienda agli arabi. Altri 150 milioni, che si aggiungono agli 80 che il governo aveva gia’ dato a Palermo, in piena emergenza immondizia, mesi fa. E che si sommeranno agli eventuali maggiori introiti provocati dall’aumento delle tasse: il 26 giugno, con una propria ordinanza, il premier Silvio Berlusconi ha autorizzato il solo Comune di Palermo, in deroga al blocco deciso un anno fa, a innalzare l’addizionale comunale Irpef.

Si parla di raddoppiarla dallo 0,4% allo 0,8%. Ben 230 milioni, quindi, sono stati inghiottiti da Palermo. Si tratta di soldi presi in larga misura dal famoso Fas, il Fondo per le aree sottoutilizzate, che dovrebbe alimentare lo sviluppo del Sud ed e’ invece una specie di bancomat per ogni evenienza. Dal Fas, per esempio, sono stati prelevati 220 (duecentoventi) milioni che sempre il 31 luglio il Cipe ha destinato alla Fondazione Ri.Med. Di che cosa si tratta? un ambizioso progetto avviato nel 2005 a Carini, vicino a Palermo, tramite una fondazione costituita dal governo italiano (allora c’era sempre Berlusconi) insieme alla Regione siciliana, all’Universita’ americana di Pittsburgh e altri soggetti. Quando parti’ ne nacque una polemica sollevata da parte della sinistra che la bollo’ come operazione elettorale e durante il governo di Romano Prodi accuso’ l’ex presidente della Regione Salvatore Cuffaro, oggi componente del consiglio di amministrazione della Fondazione, e taglio’ i finanziamenti. Il governo Berlusconi aveva inizialmente stanziato una somma enorme: 330 milioni in quattro anni. Arrivato Prodi, lo stanziamento fu ridotto a 110 milioni (poi addirittura a 40). La Fondazione fece ricorso al Tar, che un anno fa le ha dato ragione. E ora i 220 milioni mancanti per arrivare a 330 sono improvvisamente riapparsi, tutti sull’unghia, e con sorprendente tempismo nel bel mezzo delle
proteste siciliane.

Ma almeno qui, anche se qualcuno continua a giudicarlo almeno eccessivo, se non discutibile, si parla di iniziative scientifiche. Molto diverso e’ il caso in cui i soldi per lo sviluppo del Sud vengono impiegati per sanare i bilanci scassati delle municipalizzate. L’economista Gianfranco Viesti sostiene, per esempio, che quei soldi sono serviti anche a coprire i buchi di Catania e Roma. Fra i mugugni leghisti il sindaco del Comune etneo Raffaele Stancanelli, senatore in carica, ha avuto 140 milioni dal Cipe ben prima del suo collega palermitano Cammarata. E ha subito fatto presente che soltanto le aziende municipalizzate avevano presentato un conto da 119 milioni.

Il primo cittadino di Roma Gianni Alemanno ha ottenuto invece molto di piu’: 500 milioni. Soldi benedetti, a guardare i conti di alcune aziende comunali. Nel biennio 2007-2008 il bilancio consolidato dell’Atac ha presentato perdite per 132 milioni. di ieri la notizia, riportata da Repubblica , che il nuovo presidente, Massimo Tabacchiera, ha avuto l’incarico di coordinare la fusione delle aziende pubbliche del settore. Compenso previsto: 224 mila euro. Naturalmente, oltre all’indennita’ da presidente (87 mila euro). E l’Ama, azienda comunale dei rifiuti, ha chiuso il 2007 con un disavanzo di 36 milioni. Ma il sindaco non si e’ perso d’animo e dopo aver cambiato i vertici aziendali ha disposto (anche qui fra le polemiche) un concorso per assumere 544 netturbini.

In una delle ultime riunioni del Cipe si e’ deciso di destinare anche 14 milioni dei denari Fas, che erano stati a suo tempo riversati nel Fondo infrastrutture, per finanziare l’Autorita’ europea per la sicurezza alimentare di Parma. Mentre altri 12 milioni dello stesso pacchetto saranno impiegati per la realizzazione degli interventi concernenti la flotta aziendale della Gestione governativa di navigazione che fornisce il servizio nei laghi di Como, Maggiore e Garda. Ossia, i servizi pubblici di trasporto lacustre nei grandi specchi d’acqua a ridosso dell’arco alpino.

Per non parlare delle tante sorpresine del decreto anticrisi, provvedimento che ha sostituito di fatto la Finanziaria. Come un piccolo contributo di 8 milioni per consentire alle imprese esercenti il servizio di trasporto pubblico interregionale di competenza statale , tipo la Sita del gruppo Ferrovie dello Stato, l’acquisto di nuovi autobus categoria euro 4 ed euro 5. Oppure 49 milioni per sovvenzionare la Tirrenia di navigazione, societa’ statale male in arnese che dovrebbe essere privatizzata (ma l’operazione non si presenta semplice). Questi almeno non vengono dai fondi Fas. Ma sono pur sempre soldi di tutti.

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