Firenze consegnata ai pedoni sogna di essere una città verde

Massimo Vanni Firenze non è solo una guerra alle auto. Per il sindaco Matteo Renzi è una «rivoluzione culturale»: sei ettari a misura d’ uomo, senza motori né smog. Sei ettari di città pedonalizzati e l’ ambizione di fare di Firenze una «capitale green», è il piano che sta per scattare. FIRENZE ECHE, da venerdì […]

Massimo Vanni

Firenze non è solo una guerra alle auto. Per il sindaco Matteo Renzi è una «rivoluzione culturale»: sei ettari a misura d’ uomo, senza motori né smog. Sei ettari di città pedonalizzati e l’ ambizione di fare di Firenze una «capitale green», è il piano che sta per scattare. FIRENZE ECHE, da venerdì prossimo, festa di San Giovanni patrono della città, cambierà la vita dei fiorentini e dei circa 8 milioni di turisti che ogni anno visitano la città. Quasi un quarto di secolo fa, il capoluogo toscano dette vita alla zona blu (allora) più grande d’ Europa, percorribile solo dai residenti e dagli autorizzati. Nell’ ottobre 2009, pochi mesi dopo la sua elezione, il sindaco Renzi pedonalizza piazza Duomo, portando a tre gli ettari liberi da motori. Dal 24 giugno adesso s i r a d d o p p i a : Piazza Pitti e via Tornabuoni, la via delle griffe e del lusso, tornano ai pedoni. Ma non è solo questione di ettari. Ciò che rende radicale la nuova pedonalizzazione è che auto e motorini non potranno più utilizzare il centro storico come scorciatoia per passare da un punto cardinale all’ altro della città. I fiorentini dovranno rassegnarsi a usare i viali ottocenteschi di circonvallazione, che disegnano un anello attorno all’ area centrale della città. Reggeranno alla maggiore pressione di traffico? È stata adottata una nuova centrale informatica per gli impianti semaforici. E il sindaco-rottamatore ostenta ottimismo: «I criticoni di professione verranno a noia anche a loro stessi». Ma di fronte al progetto i residenti, più che i commercianti, si confessano un po’ storditi, se non preoccupati. La nuova pedonalizzazione si abbatte su una città rimasta immutata per decenni, che non è riuscita ad investire su nuove infrastrutture negli anni passati. Così che oggi Firenze non ha nessun metrò e una sola linea di tramvia in funzione: quella per Scandicci, che serve la sola direttrice sud-ovest della città. Le altre due di cui si parla da tempo, che dovrebbero collegare la stazione di Santa Maria Novella con l’ aeroporto e con l’ ospedale di Careggi, sono ancora sulla carta perché l’ inizio dei lavori è via via slittato, anche per le difficoltà finanziarie delle imprese incaricate. E il timore più diffuso è quello legato al trasporto pubblico. «Si può camminare, il centro di Firenze è piccolo, bastano 15 minuti a piedi per attraversarlo», ribatte il sindaco. Molti però ricordano i disagi della pedonalizzazione di piazza Duomo, che ha costretto i bus a percorsi tangenziali e dunque più lunghi. Anche se, ricorda il Comune, le vendite dei biglietti sono schizzate a 4,5 milioni di pezzi. Ad assicurare la mobilità pubblica in centro resteranno solo i bussini elettrici, mezzi da una quindicina di passeggeri, e i taxi, che in piazza Pitti, ad esempio, potranno continuare a circolare dalle 21 alle 7 del mattino. E il sindaco è certo che alla fine la «rivoluzione culturale» avrà la meglio: «È un’ operazione di vivibilità, non di visibilità». Una tappa verso l’ obiettivo 2016 che Renzi, se sarà ancora sindaco (a Firenze si rivota nel 2014), ha già indicato: quella di una città interamente riservata ai mezzi elettrici. Una capitale senza motori
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