Enti in gara per schivare i nuovi tagli dei ministeri

L’ultima parola dovrebbe arrivare entro fine settimana, e decidera’ del futuro di molti impegnati nella ricerca, nella sanita’ o nell’ambiente; e non manca chi teme che per lui la parola in arrivo sia fine. Non sara’ facile, infatti, far sopravvivere tutti gli enti vigilati dai ministeri alla rasoiata del 50% dei fondi decisa con la […]

L’ultima parola dovrebbe arrivare entro fine settimana, e decidera’ del futuro di molti impegnati nella ricerca, nella sanita’ o nell’ambiente; e non manca chi teme che per lui la parola in arrivo sia fine.
Non sara’ facile, infatti, far sopravvivere tutti gli enti vigilati dai ministeri alla rasoiata del 50% dei fondi decisa con la manovra correttiva. La legge di conversione sara’ approvata nei prossimi giorni, ma il tempo delle scelte e’ precisamente gia’ scaduto.

Il decreto con la manovra, arrivato in Gazzetta Ufficiale il 31 maggio scorso, ha gia’ dimezzato la dote che le varie amministrazioni possono destinare ai propri enti vigilati, e ha dato a ogni ministero due mesi di tempo per decidere come distribuire i sacrifici.
Il fatto e’ che nel panorama degli enti vigilati c’e’ di tutto, e per qualche membro del governo la scelta e’ un rompicapo. Il compito piu’ difficile tocca forse al ministro dell’Universita’ Mariastella Gelmini, che deve orientarsi fra Cnr, agenzia spaziale italiana, Invalsi e istituti nazionali delle varie discipline. Un problema non da poco pero’ occupa anche la scrivania di Ferruccio Fazio, alla Salute, che vigila per esempio sull’Istituto superiore di sanita’, la Croce rossa e la Lega tumori. Dalla Cultura, invece, Sandro Bondi deve decidere fra l’altro sui Lincei, la scuola archeologica di Atene e la fondazione Il Vittoriale. Piu’ semplice il compito della Farnesina, perche’ i suoi enti sono solo due: l’Istituto agronomico per l’oltremare e quello per l’Africa e l’Oriente.

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