Ecco la discarica a emissioni zero

  Martina Pennisi Dal 3 al 5%, quanto il trasporto aereo e marittimo. Ecco quanto incide, secondo una ricerca del Programma Onu per l’Ambiente (Unep), la gestione dei rifiuti nelle emissioni di gas serra nel Pianeta. La percentuale, come sottolineato dalle Nazioni Unite in occasione della presentazione del rapporto, impone una presa di posizione decisa […]

 

Dal 3 al 5%, quanto il trasporto aereo e marittimo. Ecco quanto incide, secondo una ricerca del Programma Onu per l’Ambiente (Unep), la gestione dei rifiuti nelle emissioni di gas serra nel Pianeta. La percentuale, come sottolineato dalle Nazioni Unite in occasione della presentazione del rapporto, impone una presa di posizione decisa e coesa da parte delle aziende attive del settore per contribuire alla lotta contro i cambiamenti climatici. Gli obiettivi sono quelli delineati dal protocollo di Kyoto e reiterati dall’Ue stessa in un secondo momento: le emissioni vanno abbattute del 30% (rispetto ai valori del 1990) entro il 2020 e del 60-80% entro il 2050.

Nel mirino delle percentuali sovracitate le discariche, responsabili in Italia del 30% delle emissioni di metano da attività produttive (fonte: CO2Balance). La sfida per le aree dedicate alla raccolta dei rifiuti consiste in una gestione oculata del biogas prodotto dalla decomposizione dei residui. La legislazione italiana in materia, Dlgs 36/2003, recepisce la direttiva comunitaria ed evidenza, fra le altre cose, la necessità di gestire il gas ” in modo tale da ridurre al minimo il rischio per l’ambiente e per la salute umana” e utilizzarlo per ” la produzione di energia“. Nell’ottica della produzione (indiretta) di energia si inserisce il sistema dei crediti, contenuto anch’esso nel protocollo di Kyoto: qualora una discarica, un’industria o un intero paese non riuscisse a raggiungere gli obiettivi richiesti, può acquistare dei crediti di carbonio. In sostanza, se inquino tot contribuisco alla produzione di tot energia pulita.

Affidandosi a questa soluzione la discarica La Filippa di Cairo Montenotte, comune della Provincia di Savona, ha raggiunto il traguardo delle emissioni zero di CO 2: ” L’azzeramento delle emissioni – dichiara a Wired.it il presidente della società proprietaria della struttura Massimo Vaccari, che gestisce il tutto con il fratello Carlo (amministratore delegato) – è stato posto fin dall’inizio come obiettivo ideale, ogni scelta nella costruzione dell’impianto è stata mirata in questa direzione. Nel 2010 abbiamo calcolato che la produzione di CO 2 ammontava a 184 tonnellate e abbiamo scelto di acquistare dei crediti”. La spesa è stata di circa 6mila euro e ne ha beneficiato un impianto valtellinese alimentato a biomassa che fornisce elettricità e calore. A rendere possibile la stretta di mano fra i due impianti la società AzzeroCO 2, in Italia è attiva nella vendita di crediti anche Lifegate.

I progetti legati alla vendita di crediti sono relativi a riforestazione o a fonti di energie rinnovabili, per ogni tonnellata di CO 2 che viene emessa viene calcolato un credito”, spiega a Wired.it il responsabile settore crediti di AzzeroCO 2 Thilo Pommerening, specificando che la certificazione di ciò che viene calcolato deve coinvolgere un ente terzo come, ad esempio, Dnv Italia.

Il costo dei crediti non è fisso e varia da progetto a progetto. Dando un’occhiata alla pagina del sito di AzzeroCO 2 dedicata alla lista dei clienti ci si rende conto di come la pratica sia abbastanza diffusa. Tornando alle discariche, l’ impianto di Mattie, al confine con il territorio di Susa, acquista crediti per azzerare le emissioni internamente grazie alla presenza di un campo fotovoltaico in una zona inutilizzata della struttura. Esistono poi accorgimenti da applicare alle strutture stesse, come il GeCO 2 System di CO2Balance, che garantiscono una riduzione delle emissioni, il metano in questo caso.

Possibilità, queste, non da poco per una delle piaghe del nostro paese.

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