Ecco come risparmiare sui medicinali

Razionalizzare la spesa farmaceutica ospedaliera si puo’, e si deve. Lo impongono l’arrivo di molecole sempre piu’ costose e la cronicizzazione di molte patologie. E uno dei sistemi piu’ semplici ed efficaci e’ la distribuzione diretta dei medicinali ai pazienti in dimissione e, nel caso di malati cronici, tramite l’Asl e in assistenza domiciliare. Se […]

Razionalizzare la spesa farmaceutica ospedaliera si puo’, e si deve. Lo impongono l’arrivo di molecole sempre piu’ costose e la cronicizzazione di molte patologie. E uno dei sistemi piu’ semplici ed efficaci e’ la distribuzione diretta dei medicinali ai pazienti in dimissione e, nel caso di malati cronici, tramite l’Asl e in assistenza domiciliare. Se tale sistema fosse attuato in ogni regione, consentirebbe un risparmio significativo per il Sistema Sanitario Nazionale. Ne sono convinti gli esperti della Societa’ italiana di farmacia ospedaliera e dei servizi farmaceutici delle aziende sanitarie (Sifo).

Un risparmio ancora maggiore – sempre per le terapie dei pazienti in uscita dall’ospedale e dei cronici – e’ possibile, dice la Sifo, evitando il canale delle farmacie private: una recente indagine della Guardia di Finanza lo ha quantificato per il quadriennio 2004-2008, per i farmaci del Prontuario ospedaliero per la continuita’ terapeutica a pazienti cronici e/o seguiti dalle strutture pubbliche, in poco meno di 900 (892) milioni di euro. "Nonostante da anni i farmacisti ospedalieri e delle Asl pongano l’accento sulla distribuzione diretta dei farmaci – afferma Laura Fabrizio, presidente della Sifo – non molto e’ stato fatto, se si eccettuano esperienze di distribuzione a domicilio attuate in alcune Asl di Liguria, Umbria e Calabria e altre lodevoli iniziative purtroppo isolate".

E oggi, aggiunge Fabrizio, "addirittura alcuni propongono l’opposto: portare alcuni medicinali di fascia H anche al di fuori dell’ospedale e delle Asl. Un controsenso, almeno per due motivi: primo, per i mancati risparmi, dato che la distribuzione diretta tramite le farmacie territoriali costa di piu’ perche’ vi si aggiungono le spese di distribuzione per i farmacisti privati, oneri che variano in base ad accordi regionali fino ad arrivare al 12% sul prezzo al pubblico compreso di Iva; secondo – continua la presidente – perche’ si tratta di medicinali che necessitano di una particolare attenzione per aspetti legati al monitoraggio dell’efficacia e degli effetti collaterali, e quindi alla loro sicurezza e appropriatezza di utilizzo, verificabili mediante il continuo controllo dei rispettivi piani terapeutici depositati presso i servizi farmaceutici del Sistema sanitario nazionale e il monitoraggio attraverso il Registro dell’Agenzia italiana del Farmaco (Aifa)".

Fonte: Adnkronos

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